“LEGGE SPAZZACORROTTI”

LEGGE DELLO STATO APPROVATA IL 18 DICEMBRE 2018

 

INTRODUZIONE

 

Il 13 dicembre la Legge Spazzacorrotti, frutto della riforma proposta dal Ministro Bonafede e dal Governo, è stata approvata anche al Senato dopo il primo voto della Camera  L’emendamento sul peculato che è stato approvato alla Camera è stato un incidente di percorso, causato dalla votazione segreta. Al Senato lo abbiamo subito cancellato. Sui temi della legalità e della trasparenza non si scherza.

Adesso il testo è pronto per la sua approvazione finale alla Camera e sarà in aula per la votazione definitiva martedì 18 dicembre.

Nella legge ci sono anche norme importantissime che riguardano la trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici e la prescrizione. In pratica, vogliamo che ogni cittadino sappia chi finanzia quale forza politica. La provenienza di tutti i finanziamenti ai partiti politici, così come alle associazioni e fondazioni politiche deve essere pubblica e tracciabile. Anche questa è da sempre una grande battaglia del MoVimento 5 Stelle che, ricordiamo, ha rifiutato anche il finanziamento pubblico a cui avrebbe avuto diritto.

E siamo andati oltre: la Legge Spazzacorrotti contiene la riforma della prescrizione dei reati, che prevede la sua sospensione dopo la sentenza di primo grado. Lo abbiamo fatto per rendere efficace questa legge che contrasta la corruzione. Entrerà in vigore il 1° gennaio 2020 e si applicherà solo ai fatti successi dopo.

Una riforma Anticorruzione così in Italia non è mai stata fatta. Ci voleva il Movimento 5 Stelle al governo. Appena arrivati, abbiamo subito bloccato il decreto bavaglio alle intercettazioni a firma dell’ex ministro della Giustizia Orlando, ma ovviamente non ci siamo fermati qui. Vogliamo agire per spazzare via la corruzione, soprattutto dalla pubblica amministrazione. Per questo presentiamo un disegno di legge che modifica alcuni articoli del codice penale, di quello civile e della procedura penale. Non solo inaspriamo le pene e le sanzioni per i corrotti, ma forniamo anche strumenti più efficaci ai magistrati e agli investigatori impegnati nella lotta al malaffare. Questa per noi deve diventare una rivoluzione culturale oltre che politica ed è per questo che, oltre a colpire chi si macchia di corruzione e dare più mezzi a giudici e pubblici ministeri, abbiamo pensato anche a potenziare la prevenzione.

Molte delle importanti novità contenute nel provvedimento riguardano l’adeguamento delle leggi italiane alle indicazioni che, negli anni, sono arrivate dal Consiglio d’Europa e dall’OCSE proprio in materia di anticorruzione (esempi di cosa ci chiedevano e non era mai stato fatto).

Tutto ciò significa segnare una svolta rispetto al passato: anni in cui abbiamo visto di tutto, da decreti “svuota carceri” a leggi bavaglio contro uno degli strumenti principali per combattere quello che è uno dei fenomeni criminali più odiosi. È arrivato il momento in cui la corruzione deve essere finalmente riconosciuta e combattuta per quello che è: una piaga per l’Italia.

OBIETTIVI

  • Impedire a chi si è macchiato di gravi fatti di corruzione di tornare ad avere a che fare con la pubblica amministrazione: chi sbaglia deve rimanere alla larga dall’amministrazione pubblica per almeno 5 anni, o nei casi più gravi A VITA.
  • Ridurre il prezzo – oggi salatissimo – che i cittadini sono costretti a pagare sulla propria pelle a causa della corruzione. Lo Stato e la parte sana della società devono essere certi di poter recuperare il denaro intascato dai corrotti.
  • Tutelare i cittadini e gli imprenditori anche dagli effetti secondari dei reati contro la pubblica amministrazione. La corruzione impedisce alle imprese oneste di lavorare, perché si vedono sorpassate dai cosiddetti “furbi”. La corruzione alimenta mercati illegali, guasta la competizione fra aziende e fra cittadini, danneggia l’economia, la meritocrazia e la sicurezza dei cittadini.
  • Stabilire un principio chiaro per tutti: non è più tempo di fare i furbi, perché si rischia davvero grosso. Cambiamo il concetto di “furbo”.
  • Ristabilire la fiducia dei cittadini nella pubblica amministrazione e nello Stato.

 

DATI

La corruzione è un “mostro” che sta divorando l’Italia. A farne le spese sono i cittadini onesti, che da troppo tempo sono costretti a pagare per le ruberie di soggetti senza scrupoli. Soltanto negli ultimi sei mesi, la Guardia di Finanza ha scoperto mazzette per 40 milioni di euro, ma numeri come questi, purtroppo, non sono che la punta dell’iceberg! Secondo uno studio recente, la corruzione avrebbe divorato 10 miliardi di euro l’anno di prodotto interno lordo per complessivi 100 miliardi in un decennio.

Stando agli esperti, la piaga del malaffare sarebbe la causa dell’aumento complessivo del costo degli appalti (+20%) e del calo degli investimenti esteri (-16%). In altre parole, mentre i cittadini pagano più del dovuto per la costruzione di una strada o di una scuola, gli imprenditori stranieri si guardano bene dall’investire i loro soldi in un Paese dove la corruzione è all’ordine del giorno. Purtroppo, il nostro – almeno nella percezione dei cittadini – è ancora uno dei Paesi più corrotti d’Europa (25esimo su 31 posizioni), e rimane sotto la sufficienza anche a livello mondiale (54esimo su 180 posizioni). Al di là di ciò che viene percepito, a contare sono soprattutto le esperienze concrete. Secondo l’Istat, almeno 1milone e 742mila famiglie italiane sono state direttamente coinvolte in casi di corruzione nel corso della loro vita. La realtà che si nasconde dietro ai numeri è allarmante, perché per ogni persona disposta a mettere mano al portafogli per comprare un vantaggio, un favore o semplicemente per vedere rispettato un suo diritto c’è un medico, un funzionario, un magistrato o un altro pubblico ufficiale disposto a vendersi. Il 3,2% delle famiglie che hanno ricevuto richieste dal corrotto di turno hanno pagato o pensato di farlo per avere un impiego, per “sistemare” un parente, per passare un concorso pubblico o per aprire una attività propria. Anche nella sanità, solo per fare un esempio, la situazione è drammatica. In questo caso, il 2,4% delle famiglie intervistate, ha ammesso di aver ricevuto richieste di soldi o altri favori per visite mediche specialistiche, accertamenti, ricoveri e persino interventi. Il dato più drammatico, però, è un altro: l’85% di chi ha comprato un favore pensa che sia stato utile per ottenere quanto sperato. Un altro tasto dolente riguarda il settore degli appalti pubblici. Purtroppo, non è una novità, ma anche in questo caso, le notizie più recenti riportano cifre negative da record. Stando alla Guardia di Finanza, così come riportato dalla stampa, da gennaio 2017 ad oggi, sarebbero state riscontrate irregolarità su gare pubbliche per 2,9 miliardi di euro. E qui entra in gioco anche la Corte dei Conti, che ha accertato, nell’anno ancora in corso, 605 milioni di danni erariali collegati proprio a procedure contrattuali pubbliche. È arrivato il momento di fermare questa piaga, colpendo chiunque – corrotto o corruttore che sia – pensi ancora di poter fare il furbo sulla pelle degli altri.

I PUNTI DELLA LEGGE

  • “DASPO” SENZA SCONTI: INTERDIZIONE ANCHE AL PRIVATO E SI’ AL DIVIETO DEFINITIVO DI CONTRATTI CON LA PA

Chi è stato condannato per fatti di grave corruzione non può tornare a lavorare nel pubblico, né fare affari con l’amministrazione. In altre parole, chi ha sbagliato deve pagare e poi restare lontano dagli uffici pubblici. È per questo che il nostro disegno di legge estende il “daspo” anche a chi commette reati che fino ad ora non prevedevano nulla di simile. Ad esempio: al “dott. Corrotti” che si fa pagare per fare il suo lavoro in tempi più brevi, al faccendiere/traffichino che si vende le sue conoscenze negli uffici pubblici, vere o finte che siano. E a chi corrompe il pubblico ufficiale. Saranno tutti banditi dalla pubblica amministrazione.

Abbiamo anche allungato la durata dell’interdizione dai pubblici uffici e del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione: se la condanna non supera i 2 anni, la durata può andare da 5 a 7 anni. Se la pena stabilita dal giudice supera i 2 anni, arrivano interdizione e divieto A VITA (fatti salvi gli effetti della eventuale riabilitazione). Una novità importante è, quindi, che non solo l’interdizione dai pubblici uffici potrà essere a vita, ma lo sarà anche il divieto di stipulare contratti con la PA.

Unica eccezione vale per chi davvero si sia sforzato con buoni risultati per individuare le prove o altri responsabili, che potrà così subire il daspo massimo per 5 anni.

Nessuno sconto, nemmeno per chi sceglie di “patteggiare” o ottiene la sospensione della pena, riuscendo magari ad evitare il carcere. Anche a questi, infatti, sarà possibile applicare il daspo.

Esempi di cronaca recente:

-il sottocapo della Guardia Costiera che prometteva prestigiosi trasferimenti in cambio di denaro aveva ottenuto la sospensione della pena. Per effetto della sospensione, può tornare ad avere a che fare con la pubblica amministrazione. Grazie alla Legge Spazzacorrotti, questo non accadrà più!

– ricordate l’’imprenditore che fu intercettato mentre rideva del terremoto dell’Aquila, pregustando gli affari che avrebbe fatto per la ricostruzione? Fu condannato a 2 anni di carcere per corruzione, anche se con pena sospesa e quindi con la possibilità di tornare presto a fare affari con gli uffici pubblici. Se la legge fosse stata già in vigore, questo signore non avrebbe avuto a che fare con la cosa pubblica almeno per 5 anni.

Un ultimo, importante salto in avanti rispetto alle precedenti norme è quello che riguarda la “riabilitazione” dei condannati per corruzione che abbiano ricevuto il daspo a vita. Di regola, dopo l’espiazione della pena, se si ottiene la riabilitazione, si estinguono subito anche gli effetti di misure come il daspo.

Invece con la nostra riforma anche in caso di riabilitazione, gli effetti del daspo a vita non sono  revocabili per i successivi 7 anni. E lo deciderà il Tribunale di Sorveglianza, che terrà conto anche del comportamento avuto dal soggetto durante tutto questo tempo.

Esempio:

Sei condannato a 8 anni per corruzione. Sconti la pena in carcere, senza accesso automatico a benefici. Poi, dopo l’espiazione della pena, devi aspettare 3 anni per chiedere la riabilitazione. Poi devi attendere altri 7 prima che gli effetti del daspo decadano (totale 18 anni). Questo se ti comporti bene, altrimenti prima di chiedere la riabilitazione puoi dover aspettare10 anni (totale 25 anni).

Ma se ti beccano a 40 anni… praticamente il daspo è perpetuo!

  • PER REATI CONTRO LA PA: SANZIONI PIU’ DURE ANCHE PER LE SOCIETA’

Le società coinvolte in reati contro la PA (incluso il traffico di influenze illecite) pagheranno sanzioni amministrative per un periodo più lungo, cioè per una durata di almeno 4 anni (e non superiore a 7) se commesso dai vertici della società, e da 2 a 4 anni se commesso da soggetti che svolgono una funzione subordinata.

Ad eccezione delle ipotesi in cui, prima della sentenza di primo grado, la società non abbia collaborato con gli inquirenti nella ricerca  delle prove o degli gli altri responsabili, nel cui caso la sanzione sarà più bassa (non superiore a 2 anni).

  • AGENTE INFILTRATO ANCHE NELLE INDAGINI PER CORRUZIONE

La corruzione è un mostro che va combattuto con tutte le armi possibili, comprese quelle usate con successo nella lotta alla mafia o ai grandi traffici di droga. Gli agenti sotto copertura ne sono un esempio. Appartenente alle forze dell’ordine, l’infiltrato potrà vestire i panni di un impiegato pubblico o privato, che osserva e riferisce tutto agli inquirenti, per raccogliere le prove necessarie, senza però, poter arrivare a provocare o istigare. Uno strumento per certi versi ancora più efficace delle intercettazioni.

La figura dell’infiltrato nella lotta alla corruzione, così come previsto dalla riforma, permette inoltre all’Italia di rispettare a pieno quanto stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione, nel 2003. Ci sono voluti 15 anni, ma finalmente, grazie al nostro impegno, riusciremo ad offrire agli investigatori e ai magistrati un mezzo formidabile per scoprire e fermare la corruzione.

Come se non bastasse chi ha intenzione di farsi corrompere, sapendo di correre il rischio di essere controllato da vicino da un agente sotto copertura, ci penserà sicuramente una volta in più: magari quella decisiva per non cadere in tentazione.

  • I “PENTITI” DELLA CORRUZIONE

Lo abbiamo sempre detto: chi sbaglia deve pagare. Ma anche il corrotto può pentirsi e riscattarsi. Chi si pente per tempo, si autodenuncia e aiuta concretamente la giustizia va in qualche modo incentivato, anche escludendo la punibilità per il reato che ha commesso. Ovviamente, si tratta di casi che devono rispettare regole molto rigide: non basterà certo qualche piccola ammissione a indagine già aperta o a distanza di molto tempo! Il disegno di legge prevede che il “pentito” possa evitare la pena, ma solamente a patto che la confessione sia spontanea, che non esista già una indagine conoscibile nei suoi confronti e comunque solo se il reato è stato commesso non più di 4 mesi prima, se il denaro intascato viene restituito tutto entro lo stesso termine e se le informazioni date ai magistrati sono davvero utili e concrete. Tutto ciò non vale, però, se dietro quelle informazioni date c’è un piano per incastrare qualcuno.

Anche questa è una norma nuova e importante, perché permetterà di rompere il muro di omertà che spesso nasconde la piaga della corruzione e quel rapporto malsano di fiducia che c’è tra corrotto e corruttore.

  • REATI CONTRO LA PA COME ASSOCIAZIONE MAFIOSA: PIU’ DIFFICILE OTTENERE BENEFICI PENITENZIARI

Non solo per i reati di mafia ed altri più gravi, ma anche per reati di corruzione, per accedere ai permessi premio e all’affidamento in prova ai servizi sociali (e maggior parte delle misure alternative alla detenzione) i detenuti dovranno collaborare positivamente con la giustizia e rispettare una serie di requisiti importanti previsti dalla legge sull’ordinamento penitenziario.

  • CONFISCA DELLA ‘TANGENTE’ POSSIBILE ANCHE SENZA CONDANNA DEFINITIVA

Lo Stato e i cittadini hanno tutto il diritto di riprendersi quello che gli è stato “rubato” dai corrotti. Non si possono avere dubbi: i reati contro la pubblica amministrazione hanno dei costi economici enormi per gli italiani ed è arrivato il momento di dire basta. La legge, oggi, non prevede espressamente la confisca dei beni ottenuti illegalmente da un condannato per corruzione, ma salvato grazie alla prescrizione o all’amnistia. Ma la giurisprudenza l’ha detto tante volte, anche in questi casi deve essere possibile recuperare il denaro da un corrotto già riconosciuto colpevole in primo grado di giudizio! La riforma colmerà così un vuoto normativo e consentirà di riprendere il “maltolto” anche in caso di prescrizione o di amnistia.

Il corrotto che potrà farla franca in appello per via della prescrizione, dovrà comunque restituire quanto ha “rubato” con la corruzione. I cittadini onesti non possono più pagare il prezzo della corruzione e lo Stato deve riavere indietro i suoi soldi.

  • INDAGINI SU CORRUZIONE TRA PRIVATI: NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DENUNCIA

La riforma, inoltre, è pensata per avere effetti a tutto campo: oltre che sul codice penale, di procedura penale e su singole leggi speciali, dunque, si agisce anche sul codice civile.

Semplificare e snellire sono le parole d’ordine. Per quanto riguarda la corruzione tra privati e l’istigazione alla corruzione tra privati, al momento la legge dice che in queste circostanze per poter avviare delle indagini è necessaria la denuncia da parte della vittima.

Con la nostra riforma abbiamo aumentato i casi in cui le indagini si possono avviare autonomamente.

Un esempio è quello dei vertici e/o dei dipendenti di una società che si accordano, contro gli interessi della società stessa, per ottenere denaro o altri vantaggi. Da oggi non sarà più necessaria la querela della vittima del reato (in questo caso la società) per poter avviare le indagini.

  • STOP AI FACCENDIERI, ANCHE SE SEMPLICI MILLANTATORI

Grazie alla riforma, chi si vende finte conoscenze per far ottenere favori a qualcuno in cambio di denaro o altro, viene punito come chi quelle conoscenze le ha davvero e le vende. Chi sbaglia, in entrambi i casi, viene punito ora con una pena che sarà fino a un massimo di 4 anni e 6 mesi.

Per adeguarci alle richieste a livello europeo, il disegno di legge prevede che il millantato credito venga “assorbito” nel reato di “traffico illecito di influenze”, delitto per il quale vengono puniti sia chi si fa dare o promettere denaro, sia chi materialmente lo da.

Esempio tipico è quello di chi ha (o finge di avere) conoscenze all’ufficio del catasto per far ottenere in tempi brevi la planimetria dell’immobile all’amico, in cambio di denaro o altri favori.

  • STANGATA PER GLI “INFEDELI” DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (Corruzione per l’esercizio della funzione)

Chi si fa corrompere, così come chi corrompe, deve essere punito con una pena adeguata, perché commette un reato grave. Per questo il nostro disegno di legge, oltre a dare strumenti migliori a chi indaga, prevede che le pene vengano aumentate. Fino ad oggi un pubblico ufficiale che si vendeva al miglior offerente mentre era al lavoro rischiava solamente da 1 a 6 anni di reclusione: pene troppo basse non solo per fare un minimo di giustizia, ma anche per scoraggiare i malintenzionati. Con la nuova riforma lo stesso reato sarà punito con pene dai 3 agli 8 anni, e con una pena più certa perché sarà più difficile evitare il carcere con la sospensione condizionale. È arrivato il momento di dare un segnale forte e stabilire un solido principio di giustizia: la corruzione, anche nei casi ritenuti meno gravi, è una cosa seria e va trattata sempre come tale. Nessuno deve pensare ancora di poterla fare franca o di potersela cavare con poco.

  • APPROPRIAZIONE INDEBITA AGGRAVATA: NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DENUNCIA

Per corrompere spesso occorre una somma da “investire”: denaro magari ottenuto illecitamente, che poi viene utilizzato per le mazzette. Anche se questo non è proprio un reato contro la pubblica amministrazione, occorre intervenire per evitare di far accumulare illecitamente del denaro che possa essere utilizzato in futuro come mazzetta.

Per questo, è necessario far sì che le indagini da parte della magistratura non siano soggette alla denuncia della vittima, ma possano partire su semplice decisione del Pubblico Ministero, nel caso in cui sospetti l’esistenza di un reato. Torna in vita, così, un sistema che già esisteva in passato e che era stato eliminato dal governo precedente alla fine della legislatura.

Un esempio recente di cronaca riguarda due persone indagate con l’accusa di aver destinato a conti bancari a loro riconducibili, denaro ricevuto ufficialmente per fare beneficenza ai bambini africani. Ma affinché fossero avviate le indagini nei loro confronti, la Procura ha dovuto scrivere all’Unicef ed altre associazioni umanitarie straniere, chiedendo loro di denunciare questi soggetti.

Grazie alla legge Spazzacorrotti, le indagini in questi casi torneranno ad essere avviate senza la necessaria denuncia delle vittime.

Per lo stesso scopo, abbiamo aumentato le pene per l’appropriazione indebita (ordinaria), che ora non sarà inferiore a 2 anni di carcere e potrà arrivare fino a 5 anni (oltre alla multa da 1.000 a 3.000 euro).

  • TRASPARENZA DI PARTITI E FONDAZIONI

I partiti sono obbligati a rendere pubbliche tutte le donazioni superiori a 500 euro, non più 5000 come prima. Inoltre i partiti devono rendere pubblici, entro 15 giorni dal loro ricevimento, tutti i contributi ricevuti nei sei mesi precedenti le elezioni per il rinnovo del Parlamento.

Sono equiparate ai partiti e ai movimenti politici le fondazioni, le associazioni e i comitati i cui vertice siano indicati almeno in parte da partiti e movimenti, o che al vertice abbiano membri di partiti o movimenti o ex componenti di governo, Parlamento italiano, europeo, giunte o consigli regionali o locali, nonché associazioni e fondazioni che danno almeno 5000 euro a partiti per contribuire a loro iniziative.
Entro 14 giorni prima della data delle elezioni di qualunque genere, escluse quelle relative a comuni con meno di 15.000 abitanti, i partiti e i movimenti politici hanno l’obbligo di pubblicare nel proprio sito internet il curriculum vitae dei loro candidati e il relativo certificato penale.

  • ADEGUAMENTO NORME EUROPEE

– Anche i reati di corruzione tra privati e istigazione alla corruzione tra privati potranno essere accertati per iniziativa dei pubblici ministeri. Anche in questo caso i magistrati potranno fare il loro lavoro, senza essere costretti ad aspettare che arrivi una denuncia da parte di chi paga le conseguenze della corruzione.

– Come richiesto dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), con la riforma, il funzionario pubblico condannato per fatti di corruzione, oltre al risarcimento del danno, non pagherà più una somma uguale a quella ingiustamente intascata, ma una cifra pari anche al profitto del reato, cioè ciò che è stato ingiustamente guadagnato dal reato, anche di natura non economica. Ciò è stato esteso anche al privato corruttore.

Il disegno di legge, tra le altre cose, accoglie parte delle raccomandazioni formulate dal Gruppo di Stati contro la corruzione: un organo del Consiglio d’Europa che si occupa di controllo in materia di reati contro la pubblica amministrazione. La riforma, in altre parole, si propone anche di uniformare le leggi italiane alla Convenzione penale sulla Corruzione, ratificata dal nostro Paese nel 2012.

  • NOVITA’ IMPORTANTI INTRODOTTE IN COMMISSIONE GIUSTIZIA CAMERA
  • INTERCETTAZIONI

Abbiamo voluto cambiare lo scempio che il governo di prima aveva fatto delle intercettazioni. Di fatto, il governo PD ha ostacolato le indagini, perché ha impedito di ottenere informazioni tramite virus su cellulari, ad esempio, quando non c’è certezza che in quel luogo si sta consumando un reato: piuttosto difficile da fare se non si ascolta ciò che sta accadendo, no?

Di conseguenza, grazie alla nostra riforma, per i più gravi reati di corruzione da parte del pubblico ufficiale (puniti con il carcere non inferiore nel massimo a 5 anni) saranno sempre permesse sia le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche, che le intercettazioni tramite virus su cellulare o computer (c.d. trojan);

  • DIVIETO TEMPORANEO DI CONTRATTARE CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il pubblico ufficiale può essere sospeso dal suo incarico già prima della sentenza, in via cautelare. Allo stesso modo, in questi casi, riteniamo che anche al privato non debba essere consentito poter concludere temporaneamente contratti con la pubblica amministrazione;

 

PRIMA E DOPO: COSA CAMBIA CON LA RIFORMA

INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI

PRIMA

– l’interdizione era ammessa solo nei confronti del corrotto e per condanna per alcuni fatti di corruzione

– per condanna non superiore a 3 anni, aveva la stessa durata della pena principale (es. reclusione); per condanna superiore a 3 anni, si applicava a vita;

– non si applicava in ipotesi di patteggiamento e di sospensione condizionale della pena

– in caso di riabilitazione penale, che comporta l’estinzione delle pene accessorie, cessavano contemporaneamente anche gli effetti dell’interdizione

DOPO:

– è esteso anche al privato corruttore e a chi istiga alla corruzione, e si applica a tutti i casi di corruzione.

– in caso di condanna non superiore a 2 anni (anziché a 3), la durata può essere da 5 a 7 anni. E in caso di condanna superiore a 2 anni si applica a vita

-può essere applicato anche in caso di patteggiamento e di sospensione pena

– in caso di riabilitazione penale, gli effetti dell’interdizione perpetua si mantengono per ulteriori 7 anni

DIVIETO DI CONTRARRE CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

PRIMA:

– divieto di fare contratti con la PA poteva avere una durata massima di 5 anni e non poteva durare per sempre

DOPO:

– per condanna non superiore a 2 anni, il divieto va da un minimo di 5 anni a un massimo di 7 anni; in caso di condanna superiore a 2 anni è a vita

– in caso di riabilitazione penale, gli effetti dell’interdizione si mantengono per ulteriori 7 anni

Se corrompi o ti fai corrompere non metti più piede in un ufficio pubblico e non puoi firmare contratti con la pubblica amministrazione.

 

PER REATI CONTRO LA PA: SANZIONI PIU’ DURE ANCHE PER LE SOCIETA’

PRIMA: sanzioni interdittive per almeno 1 anno

DOPO: sanzioni interdittive per almeno 4 anni (o 2 se commesso da soggetti dipendenti subordinati)

 

AGENTE INFILTRATO ANCHE NELLE INDAGINI PER CORRUZIONE

PRIMA: Impiego dell’agente “infiltrato” solo per reati in materia di stupefacenti, mafia o gravissimi delitti come il sequestro di persona a scopo di estorsione

DOPO: Impiego dell’agente “infiltrato” anche per reati contro la PA.

Corrotti e corruttori non avranno scampo, perché non saranno più in grado di riconoscersi a vicenda

I “PENTITI” DELLA CORRUZIONE

PRIMA: Muro di omertà attorno a fatti di corruzione e a soggetti legati da affari loschi

DOPO: Chi si pente e denuncia fatti di corruzione, aiutando a scoprirli, non viene punito, ma solo se lo fa prima che sappia di indagini avviate nei suoi confronti, e comunque entro 4 mesi dal reato e se restituisce tutto entro lo stesso termine.

Corrompere o farsi corrompere non conviene proprio.

REATI CONTRO LA PA COME ASSOCIAZIONE MAFIOSA: PIU’ DIFFICILE OTTENERE BENEFICI PENITENZIARI

PRIMA: era possibile ottenere più facilmente i benefici penitenziari come l’affidamento in prova ai servizi sociali per i reati di corruzione

DOPO: per ottenere i benefici penitenziari per reati di corruzione occorre collaborare con la giustizia come per i reati di mafia

CONFISCA DELLA “TANGENTE”, ANCHE SENZA CONDANNA DEFINITIVA

PRIMA: In caso di amnistia o prescrizione in secondo grado, a corrotti non poteva essere trattenuto con la confisca quanto preso con la tangente.  Pur essendo colpevoli, la facevano franca su tutta la linea: fuori dal carcere e con in tasca il denaro frutto della corruzione.

DOPO: anche in caso di amnistia o prescrizione in secondo grado, i beni confiscati con la condanna in primo grado possono essere trattenuti e quindi restituiti alla società.

Non c’è prescrizione o amnistia che tenga: confisca dei beni accumulati con la corruzione, sempre! Il denaro “rubato” torna alla società sana.

INDAGINI SU CORRUZIONE TRA PRIVATI: NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DENUNCIA

PRIMA: Colpevoli di corruzione e istigazione alla corruzione tra privati sotto indagine solo se querelati da qualcuno.

DOPO: Corrotti, corruttori e istigatori indagati senza denuncia.

STOP AI TRAFFICHINI, ANCHE SE SEMPLICI MILLANTATORI.

PRIMA: Traffichini e millantatori si comportavano allo stesso modo ma erano puniti diversamente, a seconda che vendessero qualcosa che effettivamente avevano o no;

DOPO: Una sola legge e una sola pena per punire due facce della stessa medaglia: quella di chi effettivamente conosce persone da corrompere nella PA e quella di chi si inventa di conoscerle pur di guadagnarci sopra! Il reato di millantato credito viene assorbito da quello di traffico di influenze illecite. PENA: da 1 anno a 4 anni e 6 mesi per entrambe le ipotesi;

– Stop ai traffichini! Non è più tempo di fare i furbi per nessuno. Chi vende finte conoscenze, sarà punito come un vero trafficante di influenze.

STANGATA SUGLI ‘INFEDELI’ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

PRIMA: La corruzione del funzionario infedele era punita in modo più leggero, con reclusione da 1 a 6 anni.

DOPO: La corruzione del funzionario infedele è punita con reclusione da 3 a 8 anni.

Non c’è più scampo per i corrotti. Fare il proprio lavoro è un dovere: i diritti dei cittadini non sono favori.

APPROPRIAZIONE INDEBITA AGGRAVATA: NON C’E’ PIU’ BISOGNO DI DENUNCIA

PRIMA: indagini per appropriazione indebita aggravata solo su querela della vittima.

DOPO: I processi per grave appropriazione indebita possono iniziare direttamente su iniziativa del magistrato = si tolgono più facilmente ai corruttori i soldi che hanno rubato per evitare che li utilizzino per corrompere. Viene aumentata la pena anche per l’appropriazione indebita normale, punita con il carcere da 2 a 5 anni.

IN AMBITO INTERNAZIONALE

PRIMA:

-corruzione tra privati e istigazione alla corruzione: indagini solo su denuncia della vittima;

– sanzione economica al corrotto pari a quanto ingiustamente intascato

DOPO:

– corruzione tra privati e istigazione alla corruzione: indagini senza necessità di denuncia;

– Inasprimento della sanzione economica, equivalente a quanto ottenuto, non solo in termini economici. Estesa anche ai privati.

POST E COMUNICATI

Anticorruzione: Bonafede, ok entro Natale, segnale per onesti

ROMA, 13 DIC – “Abbiamo compiuto un passo avanti importante il Senato ha approvato la legge spazzacorrotti. Adesso manca soltanto un’altra votazione alla Camera che dovrebbe avvenire la prossima settimana. Ci teniamo molto a questo provvedimento, la maggioranza si è impegnata a farlo approvare prima di Natale”. Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando in Senato con i giornalisti dopo l’ok dell’Aula al Ddl Anticorruzione. “E’ un messaggio importante – aggiunge – per i cittadini onesti di questo paese: c’è uno stato e c’è un governo che stanno dalla parte dei cittadini onesti e c’è una lotta alla corruzione che d’ora in poi sarà una lotta senza tregua. 

Ddl anticorruzione, Fraccaro: chi sbaglia paga, ora ok Camera

Roma, 13 dic – “Con il ddl Spazzacorrotti stiamo introducendo nel Paese una legge finalmente seria ed efficace per combattere la piaga della corruzione. Con questo provvedimento vogliamo riaffermare un principio sacrosanto di giustizia: chi sbaglia paga. D’ora in poi non c’è più spazio per i furbetti e i disonesti, per i politici, gli imprenditori e gli amministratori che scelgono l’illegalità, per chi si macchia di reati gravissimi nella Pubblica Amministrazione”. Lo dichiara il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. “Si tratta di una legge che ristabilisce onestà e giustizia in questo Paese grazie a norme fondamentali come il Daspo per i corrotti, la riforma della prescrizione, l’agente sotto copertura o le nuove regole introdotte in materia di trasparenza e controllo dei finanziamenti ai partiti, alle associazioni e ai movimenti politici. Inoltre, come avevamo promesso, al Senato è stata cancellata per sempre la norma sul peculato”, aggiunge. “Ora – conclude Fraccaro – ci impegneremo senza sosta affinché il provvedimento venga approvato prima possibile alla Camera, perché vogliamo dare ai cittadini un’Italia con meno impunità e con più giustizia ed equità sociale”.

Spazzacorrotti, M5S: pochi giorni e avremo una vera legge anticorruzione

Roma 13 dicembre 2018: “Lo abbiamo promesso ai cittadini italiani e andiamo avanti. Oggi lo Spazzacorrotti è stato approvato al Senato e torna alla Camera dei Deputati per la definitiva approvazione. Abbiamo corretto l’emendamento vergognoso sul peculato, che voleva alleggerire la gravità del reato. Stiamo dimostrando che quando c’è la volontà politica una legge non necessità di anni per essere approvata, soprattutto quelle che sono necessarie per la vita democratica del Paese. Lo Spazzacorrotti è la prima vera legge anti corruzione che viene varata in Italia da dopo Tangentopoli. Una legge che introduce il daspo per i corruttori che non potranno più avere a che fare con la Pubblica Amministrazione, l’agente infiltrato, la possibilità di avere sconti di pena per chi collabora con la Giustizia e restituisce quanto rubato. Passi importanti per ridare fiducia nei rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione, passi importanti per ricostruire un tessuto economico sano. Gli investimenti in Italia sono difficili perché siamo avvertiti come uno dei Paesi più corrotti in Europa. E’ il tempo di dire basta, di invertire la rotta e di creare un’economia sana e onesta. Un’economia di vera concorrenza che produce posti di lavoro, che crea occupazione stabile. La corruzione ha devastato l’economia e la fiducia. Questa è una legge che ha una portata storica e di cui i benefici saranno subito avvertiti con la definitiva approvazione nei prossimi giorni”.

Anticorruzione, m5s: conclusioni greco positive, con spazzacorrotti recuperiamo credibilita’

Roma, 13 dic – “La legge Spazzacorrotti sta già sortendo i suoi effetti, prima ancora che sia approvata definitivamente in Parlamento. A livello europeo, nel 4° rapporto del GRECO (gruppo degli stati europei contro la corruzione), infatti, è stato riconosciuto l’impegno del nostro Paese a colmare diverse lacune nel settore della lotta alla corruzione rilevate in passato dallo stesso organo del Consiglio d’Europa”, così in una nota i membri del MoVimento 5 stelle in Commissione giustizia alla Camera. “Un revirement importantissimo che ci consentirà di recuperare quella credibilità a livello internazionale, che è mancata negli ultimi anni.

C’è ancora tanto lavoro da fare e siamo pronti per questo. Dopo l’approvazione di oggi al Senato, martedì 18 dicembre il testo sarà in aula alla Camera per la sua approvazione definitiva, così da poter restituire presto ai cittadini una società più onesta e più efficiente”, concludono i portavoce.