Roma – 30 GENNAIO – “La commissione Ambiente della Camera ha votato per portare in Aula la proposta di legge del Movimento 5 Stelle a prima firma di Federica Daga, da sempre impegnata su questo fronte: una buona notizia per gli italiani e i cittadini reggiani, che finalmente vedranno discutere in Parlamento il testo scaturito dalla vittoria referendaria del 2011, quando 27 milioni di italiani si sono espressi per l’acqua pubblica e per scongiurare una gestione in mano alla finanza e alle multinazionali”. Lo affermano i Parlamentari del Movimento 5 Stelle Maria Edera Spadoni, Davide Zanichelli, Maria Laura Mantovani e Gabriele Lanzi.
“Per noi reggiani è un grande risultato, è la speranza, la volontà del popolo che inizia a diventerà realtà. Reggio Emilia nel 2011 fu la capitale italiana del ‘SI’ all’acqua pubblica con il 68.4% dei votanti al referendum con il SI a oltre il 95%. Un sì tradito da Delrio e poi anche da Vecchi che avrebbe potuto ripublicizzare l’acqua ma non l’ha fatto”, incalzano Spadoni, Zanichelli, Mantovani e Lanzi.
“Il testo che esamineremo è importante anche per un altro motivo: si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare e qualora il Parlamento l’approvasse sarebbe la quarta volta nella storia del nostro Paese che una proposta di iniziativa popolare diventa legge”, riprendono i portavoce del Movimento 5 Stelle.
“L’obiettivo – aggiungono – è quello di rimettere nelle mani dei cittadini e delle comunità la risorsa più importante, di migliorare il servizio facendo in modo che gli eventuali utili non finiscono nelle tasche dei privati ma vengano totalmente reinvestiti per ammodernare la rete idrica, e risolvere l’enorme problema del 40% e oltre di acqua che viene disperso nel viaggio tra le sorgenti e le nostre abitazioni”.
“La nostra legge garantisce il quantitativo minimo vitale di 50 litri giornalieri a tutti, riconoscendo concretamente il diritto umano all’acqua. E dato che si tratta di un monopolio naturale non assoggettabile alle regole di mercato, a vigilare sul settore dovrà essere il Ministero dell’Ambiente. Insomma, al centro della nostra riforma del settore c’è l’interesse delle persone a vedersi garantire un diritto e un servizio fondamentale e non più quello di multinazionali e speculatori pronti a lucrare, come dimostra il modello attuale, a scapito degli investimenti”.
“Nei prossimi giorni – concludono Spadoni, Zanichelli, Mantovani e Lanzi – saremo al lavoro con tutti i colleghi della commissione Ambiente per mettere a punto una legge condivisa ed efficace, che possa finalmente riportare in mano pubblica la gestione dell’acqua”.