Roma, 31 ottobre 2018- “Oggi con il pronunciamento della sentenza di primo grado si è fatta la storia: 125 condanne, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni. Grazie a questa sentenza la ‘ndrangheta prende atto che non è padrona del nostro territorio. Magistrati, Forze dell’Ordine, rappresentati delle Istituzioni e cittadini la vogliono debellare con forza. Se saremo decisi per le ‘ndrine e per tutte le cosche non ci sarà più spazio” dichiarano in una nota stampa la Vicepresidente della Camera dei Deputati Maria Edera Spadoni a margine della sentenza di primo grado del Processo Aemilia insieme ai parlamentari M5S Davide Zanichelli e Maria Laura Mantovani a pochi giorni di distanza dal pronunciamento della Cassazione per il rito abbreviato.

“Avremmo voluto fortemente essere presente al processo ma dati gli impellenti impegni istituzionali e le votazioni in Aula purtroppo non ci è stato possibile. Da sempre seguiamo con attenzione questo processo; personalmente sono stata più volte presente al dibattimento con l’attuale Presidente della Commissione giustizia della Camera Giulia Sarti. Oggi anche se non fisicamente abbiamo seguito dal Parlamento la lettura della sentenza; mi preme ribadire che il Parlamento, che ho l’onore di rappresentare, c’è ed è a fianco di tutti i Magistrati che stanno con coraggio portando avanti il più grande processo contro la ‘ndrangheta nel nord d’Italia. Processo che oltretutto –ricordo come all’inizio non fosse scontato- è stato celebrato nella sua sede naturale, a Reggio Emilia, la mia città” incalza la parlamentare pentastellata Spadoni.

“Ringraziamo la Corte nella persona di Francesco Maria Caruso, Andrea Rat, Cristina Beretti, i pubblici ministeri Marco Mescolini e Beatrice Ronchi e il Pm antimafia Roberto Pennisi oggi alla Dna di Roma che seguì le indagini sin dall’inizio e tutti coloro che si sono spesi in questo processo in nome della giustizia e della verità dopo una vera e propria maratona giudiziaria che ha contato ben 195 udienze” continuano i parlamentari del M5S.

“Un ringraziamento anche a quei coraggiosi giornalisti parte lesa in questo processo, pensiamo a Sabrina Pignedoli, sempre presente durante il dibattito, Gabriele Franzini che sono stati minacciati dalla cosca” continuano i parlamentari pentastellati che proseguono: “Non è finita qui: è stato compiuto il primo passo fondamentale, ma ora bisogna continuare in questa lotta senza quartiere contro questo cancro che mina la società reggiana ed emiliana, scavando a fondo in tutte le zone grigie, imprenditoriali e politiche. E’ fondamentale inoltre individuare chi potrebbe subentrare nella gestione degli affari illeciti”.

“Non perdono e non possiamo perdonare, coloro che con arroganza, ignoranza, sottovalutazione del fenomeno hanno permesso che la ‘ndrangheta si radicasse nella nostra terra. La sottovalutazione del fenomeno -durata per decenni a causa di una politica poco attenta al fenomeno e che ha, fino a poco tempo fa, negato la presenza di un radicamento ‘ndranghetista -ha contribuito a far proliferare e ingrassare le mafie. Questo tempo è finito” conclude Spadoni.