Reggio Emilia, 23 maggio 2019- “Sono passati 27 anni da quella giornata che ancora oggi è incisa così profondamente nelle nostre coscienze. In quel maledetto giorno la mafia con ferocia stroncava le vite di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nell’anniversario della strage di Capaci, come ogni giorno, non posso dimenticare ciò che subì Falcone: fu delegittimato in vita e poi ucciso da Cosa nostra. Come ha ricordato il magistrato Di Matteo pochi giorni fa alla Camera dei Deputati, Giovanni Falcone in vita venne continuamente delegittimato, calunniato, anche da chi oggi finge senza pudore di onorarne la memoria. Addirittura dopo il primo attentato del 1989 all’Addaura, ci fu chi, anche in ambienti istituzionali, mise in circolo la voce che l’attentato se lo fosse organizzato da solo per accrescere la sua fama. Non posso nemmeno dimenticare ciò che Falcone disse: “In questo Paese per essere credibili bisogna essere ammazzati”. Voglio lottare ogni giorno affinché nel nostro Paese non sia più così. Voglio lottare ogni giorno, affinché questo cancro possa finalmente essere debellato: le mafie vogliono divorare la nostra democrazia togliendo a tutti noi il futuro, i diritti e le libertà. Abbiamo il compito di trasmettere ai ragazzi i valori della democrazia e di farli innamorare della legalità e della giustizia” ha dichiarato la Vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e deputata del M5S a margine della visita dell’Istituto Iodi Galvani di Reggio Emilia dove, insieme alla Preside Dall’Asta, ha incontrato i ragazzi e lasciato un pensiero sull’albero in memoria di Giovanni Falcone. La Vicepresidente si è recata poi a Novellara dove ha depositato un mazzo di fiori all’incrocio tra Via Falcone e Via Borsellino osservando un minuto di silenzio in loro memoria.
“L’infiltrazione delle mafie è arrivata ovunque, nessun territorio ne è esente. Non è un caso che, proprio nella nostra città, Reggio Emilia, si è celebrato uno dei più grandi processi contro la ‘ndrangheta nel Nord Italia. Non dimentichiamo che la ‘ndrangheta in Emilia ha cercato di “acquisire la gestione e il controllo di attività economiche”, anche nei lavori post sisma, “ottenuto appalti pubblici e privati e ostacolato il libero esercizio del voto” anche per una sottovalutazione del fenomeno da parte delle amministrazioni locali. Continuiamo con forza a denunciare e a ricordare, ogni giorno. Non solo nelle giornate di commemorazione.” conclude Spadoni.