Don Pietro se n’è andato, e con lui parte della mia infanzia. Ricordo quando era parroco a Pecorile nei primi anni ‘80. Io una bambina che andava a trovare il nonno e lui, con lo stesso sorriso, la barba lunga e i capelli arruffati di sempre. Una di quelle figure che nella mia mente di bambina immaginavo immortali. Perché Don Pietro sarebbe sempre rimasto lì, tra la chiesa, il campetto di calcio e l’aia dove si fa tutti gli anni la sagra di paese.

Poi si cresce, il Paese diventa un posto dove vai ogni tanto a trovare i tuoi cari. Ma il Don ti rimane nel cuore, con le sue battaglie antimafia e il sorriso aperto di chi è in pace con sé stesso. Era in pace perché sapeva di fare la cosa giusta, perché in tempi non sospetti quando ancora di mafie non ne parlava nessuno, aveva il coraggio di denunciare e di fare nomi e cognomi. Il malaffare, la ‘ndrangheta dovevano essere combattute con forza.

Era l’esempio, e lo sarà sempre, perché per sempre rimarrà nei nostri cuori. Ora sta a noi far camminare le sue idee sulle nostre gambe. Ci mancherà molto, lui e la sua forza, il suo coraggio, la sua capacità di ispirare le persone.

Ciao Don, che la Terra ti sia lieve.

Rs_lettera Don Pietro Pattacini Resto Carlino