Intervento della Vice Presidente Maria Edera Spadoni a margine del Convegno
Buongiorno a tutti,
sono davvero lieta che oggi la Camera dei Deputati ospiti un convegno su una tematica che mi sta molto a cuore: il giornalismo d’inchiesta inteso come vero e proprio pilastro della democrazia.
Innanzitutto, un caloroso ringraziamento a tutti i relatori presenti a questo convegno, giornalisti dalla schiena dritta che, grazie alle loro inchieste, hanno dato un contributo importante al disvelamento di verità scomode nel nostro Paese contraddistinguendosi per il loro coraggio e per il loro desiderio di verità e giustizia. Mi riferisco a Marco Travaglio, Sigfrido Ranucci, Emiliano Fittipaldi, Petra Reski e Giovanni Tizian.
Un sincero ringraziamento anche all’associazione Themis & Metis co-organizzatrice insieme alla Camera dei Deputati di questo convegno nella persona della Presidente Francesca Scoleri e della Vice presidente Sabrina D’Elpidio. Un caloroso benvenuto alla Professoressa di filosofia Josephine Nicolaci e agli alunni del Liceo Volta di Torino.
E’un piacere inoltre avere oggi, presente qui in Sala, il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Nino Di Matteo e pm del processo sulla trattativa Stato-mafia. Procuratore ultimamente ha dichiarato che lei e i suoi famigliari avete pagato un prezzo altissimo per il suo impegno. Io voglio ringraziarla a nome dell’istituzione che rappresento per aver sopportato questo onere, ma le dico che è proprio grazie all’impegno di persone come lei che questo Paese può definirsi veramente democratico.
Il convegno di oggi è dedicato alla memoria di Daphne Caruana Galizia blogger e giornalista d’inchiesta nota per la sua battaglia contro la corruzione, rimasta uccisa in un attentato a Malta il 16 ottobre 2017; oggi è un onore avere con noi sua sorella, Corinne Vella, che porterà la sua preziosa testimonianza.
La libertà di informazione è una problematica che riguarda tutt’Europa. L’omicidio di Daphne e del giornalista slovacco Jan Kuciak, ucciso il 22 febbraio 2018, lo dimostrano. Entrambi erano impegnati ad indagare sui flussi di denaro e a denunciare affari illeciti, corruzione e politica. Non dimentichiamo il coraggio di Daphne Caruana Galizia quando investigava sui paradisi fiscali.
Le mafie operano infatti su scala nazionale e internazionale, penetrando nel sistema economico, politico e sociale del Paese. Le mafie continuano a prosperare e a fare affari in tutt’Europa poiché mancano strumenti adeguati al contrasto alla criminalità organizzata. Innanzitutto manca il 416-bis che punisce l’associazione mafiosa. Serve urgentemente una legge a livello europeo che colmi questo vuoto normativo nel contrasto alla criminalità organizzata.
Come ha affermato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato siglato il rinnovo triennale del protocollo di digitalizzazione dei fascicoli dei processi di interesse storico tra il Ministero della Giustizia, il Ministero dei Beni e delle attività culturali e il Csm.
Un pensiero va alla mia terra, alla mia città, Reggio Emilia, dove si sta celebrando il maxi Processo Aemilia contro la ‘ndrangheta; ricordo bene quel 28 gennaio 2015, quando 117 arresti segnarono la più grande operazione della Direzione Antimafia contro la ‘ndrangheta nel nord Italia. Un processo importantissimo, seguito sempre dai giornalisti locali ma che purtroppo non ha avuto –se non da parte di alcune testate- il giusto rilievo a livello nazionale.
La Magistratura e la politica in questi anni non si sono mai fermate, ma non è ancora abbastanza. Come ha affermato la Presidente della Commissione giustizia Giulia Sarti il disvelamento di documenti importanti è un’opera assolutamente da perseguire e da rafforzare. Non ci fermeremo mai finché non avremo quelle risposte che dobbiamo a tutti i cittadini italiani. C’è ancora tanta strada da fare, molte verità da svelare e tante ingiustizie a cui porre rimedio.
Per quanto riguarda la libertà di informazione, sono allarmanti i numeri presentati dall’ Osservatorio Ossigeno per l’Informazione; uno dei fondatori è presente qui in Sala: Alberto Spampinato, fratello di Giovanni Spampinato, uno dei 28 giornalisti italiani uccisi. Oggi ben 18 giornalisti sono costretti a vivere sotto scorta perché minacciati di morte.
Ossigeno per l’Informazione ha pubblicato i nomi di 3716 giornalisti, blogger, video operatori, fotoreporter, commentatori che dal 2006 a oggi, in Italia, hanno subito questi attacchi che costituiscono delle evidenti violazioni del diritto di libera espressione previsto dall’articolo 10 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, diritto richiamato dall’articolo 21 della Costituzione.
Fondamentale è essere sempre al fianco dei giornalisti minacciati ed intimiditi. La libertà di stampa è sacra; non lasciamo soli i giornalisti che vivono e lavorano in pericolo, spesso minacciati e alcuni sotto scorta, pur di raccontare la verità. La mia precisa volontà di ospitare questo convegno oggi, qui alla Camera, va esattamente in questa direzione.