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Mia intervista per la trasmissione Decoder di Telereggio, incentrata sulla pandemia del Coronavirus e sulle misure del Governo.

Si è discusso del ruolo del Parlamento, delle misure governative per fronteggiare l’emergenza COVID-19 e di Europa. Il parlamento è aperto e legifera, lo dimostra l’approvazione dello scostamento di bilancio per erogare i 25 miliardi iniziali.

Sono cambiate le modalità di accesso e di “vita” del Parlamento e dei lavori parlamentari per garantire la sicurezza, certo, ma non ci sono state limitazioni ai lavori dei due rami del Parlamento. I deputati presenti hanno la possibilità di votare sempre rispettando le misure di sicurezza.

Anche ieri, 31 marzo, la Giunta per il Regolamento della Camera ha valutato gli aspetti riguardanti la presenza dei parlamentari e le modalità di voto per eventualmente modificarne l’iter. Ma il Parlamento è e deve rimanere centrale nella vita istituzionale del Paese.

Il Governo guidato dal premier Giuseppe Conte sta dando il massimo. Si stanno compiendo sforzi incredibili, da parte di tutti i Ministri e non solo, per dare delle soluzioni veloci al Paese. Ne sono una prova i 400 milioni stanziati per i Comuni italiani in aggiunta all’anticipo dei 4,3 miliardi già stanziati. È una crisi mai vista prima che investe tutti i settori della vita dello Stato.

Molti politici all’approvazione del reddito di cittadinanza erano critici, invece ora si stanno rendendo conto che vi è la necessità, confermata dall’emergenza, di un reddito di base minimo per le famiglie. Attualmente 2 milioni e mezzo di persone stanno usufruendo del reddito di cittadinanza. Se non fosse stato approvato l’anno scorso, avremmo 2 milioni e mezzo di poveri in più. Tra essi, ci sono anche coloro che percepiscono la pensione di cittadinanza.

La Ministra Nunzia Catalfo ha proposto di estendere il reddito di cittadinanza e di costituire un reddito di emergenza. Un reddito che possa aiutare quelle persone non incluse nel decreto Cura Italia e che permetterebbe loro di arrivare a fine mese. Dobbiamo tutelare le fasce più deboli della popolazione.

L’Europa in questo momento non si sta dimostrando solidale. Perché la stessa Unione Europea sopravviva c’è bisogno di solidarietà; Paesi come Olanda e Germania stanno spingendo affinché il MES venga attivato ma il Movimento 5 Stelle non è mai stato d’accordo con il meccanismo europeo di stabilità a queste condizioni.

Noi crediamo che ci sia bisogno di strumenti diversi. Se questa solidarietà non si troverà rischiamo di avere un’Europa diversa da quella che abbiamo sempre conosciuto. Il MES così com’è avrebbe conseguenze troppo pesanti per l’Italia.

Emblematiche sono le parole del procuratore antimafia De Raho: nel momento di crisi economiche importanti la criminalità organizzata si infiltra con le conseguenze che tutti conosciamo. Gli investimenti che il Governo porterà avanti dovranno rappresentare uno scudo di legalità.

Ulteriori misure e stanziamenti arriveranno anche in un breve futuro. C’è bisogno di un’iniezione di liquidità importante per fronteggiare questa crisi. Anche qui l’Europa deve essere più flessibile. Dobbiamo permettere alle imprese di non chiudere, garantire ai lavoratori di usufruire di ammortizzatori sociali; anche la Sanità sta soffrendo questa crisi. Serve qualcosa di eccezionale, oltre ai normali ammortizzatori già esistenti per le imprese e i lavoratori di tutt’Italia.