“Frode del formaggio, la magistratura deve andare a fondo nell’inchiesta sull’utilizzo di residui antibiotici per lavorare Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Non è accettabile che il buon nome e la qualità e la tipicità del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano vengano messe in discussione da azioni che sarebbero state compiute anche dall’ex presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai (indagato per abuso d’ufficio), aziende e imprenditori reggiani, mantovani e fiorentini che dovrebbero garantirne invece la massima tutela” così l’eurodeputato M5S Marco Zullo, la parlamentare reggiana M5S Maria Edera Spadoni , insieme ai colleghi di Commissione Agricoltura di Camera e Senato Massimiliano Bernini ed Elena Fattori ed i consiglieri regionali M5S di Emilia Romagna e Lombardia Gian Luca Sassi e Iolanda Nanni, commentano l’inchiesta partita dalla Procura di Reggio Emilia che vede indagate 27 persone.
“Per garantire la reale qualità del Parmigiano Reggiano così come del Grana Padano è poi necessario che vengano elevati gli standard qualitativi – spiegano eurodeputati, parlamentari e consiglieri regionali emiliani e lombardi del Movimento 5 Stelle – come richiedono anche diverse associazioni ambientaliste da anni come Greenpeace: va modificato il disciplinare per evitare i mangimi OGM nell’alimentazione delle vacche da parmigiano reggiano (ora solo il Parmigiano Reggiano “vacche rosse” è OGM FREE) e grana padano”.
“Il piano proteico nazionale proposto dal Movimento 5 Stelle prevede che la promozione ed incentivazione della produzione di proteine vegetali è indispensabile non solo per limitare l’utilizzo di mangimi arricchiti con farine animali, ma anche al fine di poter disporre di valide alternative per tutti quei consumatori che, contrari agli OGM, molto diffusi nelle fonti proteiche vegetali importate, preferiscono prodotti nazionali garantiti” concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle.