Ritiriamo il nostro contingente dall’Afghanistan. Ogni soldato mandato in un’inutile missione all’estero è un uomo in divisa in meno che sorveglia il nostro territorio.
In Parlamento dallo scorso gennaio è depositata la mia mozione relativa ai combattenti stranieri, i foreign terrorist fighters.
Sono assolutamente in linea con il pensiero del procuratore capo Grandinetti quando afferma che, contro il terrorismo è fondamentale il coinvolgimento di tutti e conoscere approfonditamente la situazione del proprio territorio.
Ma la politica, in primis, deve assumersi le proprie responsabilità e noi come portavoce in Parlamento dobbiamo tutelare il nostro territorio e tutti i cittadini: importante a tal proposito è stata la riunione di ieri mattina quando le Commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera dei Deputati si sono riunite per discutere sulla situazione internazionale e sulla lotta al terrorismo, in seguito agli attentati di Parigi. In questa sede ho voluto esprimere nuovamente il mio più sentito cordoglio a tutte le vittime e alla famiglia dell’italiana Valeria Solesin. Allo stesso tempo ho manifestato le mie enormi perplessità, ovviamente condivise da tutto il M5S, sulla altrettanto violenta risposta della Francia di ieri mattina: almeno 30 raid in poche ore su Raqqa, in Siria.
In quanto membro della Commissione Affari Esteri sottoscrivo in pieno il pensiero del mio gruppo: secondo il M5S se gli attentati di Parigi rappresentano l’11 settembre europeo quel che è certo è che occorre rispondere in modo totalmente diverso da come si è risposto dopo l’11 settembre statunitense.
Ritiriamo il nostro contingente dall’Afghanistan. Ogni soldato mandato in un’inutile missione all’estero è un uomo in divisa in meno che sorveglia il nostro territorio.
Queste e molte altre le proposte del M5S. Proposte che ci tengo a sottolineare, già depositate in Parlamento.
E’ nostro dovere riflettere sul fatto che dopo soli 10 mesi dall’attentato alla sede di Charlie Hebdo, in pieno centro parigino, gli ultimi attentatori erano in possesso di esplosivi e kalashnikov. L’Italia è quasi sempre stata il primo esportatore europeo di sistemi militari e, malgrado una legge impedisca di esportare armi a nazioni in guerra e/o che violano i diritti umani, ha fornito la sua “tecnologia” anche alla Libia, alla Turchia, al Kazakistan e all’Egitto. Solo per fare qualche esempio.
Il fenomeno del terrorismo attuale è già sviluppato dentro ai nostri confini, non solo nei lontani (ma vicini) paesi asiatici e africani. Teniamo a mente che una buona parte dei terroristi ha la cittadinanza europea.
Ricordo la mozione dello scorso gennaio, a mia primafirma, in cui chiediamo al Governo di: -monitorare il movimento dei foreign terrorist fighters attraverso controlli effettivi delle frontiere e la richiesta di attivazione, nelle sedi opportune, di un’inchiesta internazionale che indichi le criticità e i «buchi» nel sistema di norme di sicurezza e nell’emissione dei documenti di viaggio; – provvedere all’assegnazione di risorse economiche per il comparto sicurezza; – rafforzare l’ufficio centrale nazionale INTERPOL; – collaborare con i corpi locali di polizia; -adottare norme per il congelamento immediato di fondi o altri asset finanziari o risorse economiche di individui, gruppi o enti che finanziano, direttamente o indirettamente gli FTF; -sospendere l’adesione dell’Italia all’Associazione dei Paesi «Amici della Siria».
Ricordo infine che sono stati ben 6 i miliardi di euro tagliati dal 2008 destinati al comparto sicurezza mentre il M5S ne ha richiesto in stabilità 20 milioni di euro: fondamentale per noi è infatti ripristinare i fondi alla sicurezza in Italia.
Maria Edera Spadoni
Cittadina alla Camera dei Deputati M5S