Appena concluso l’incontro con le rappresentanti dell’associazione Noi Rete Donne Daniela Carlà, Agnese Canevari e Liliano Ocmin che mi hanno presentato le loro proposte per un equilibrio di genere nelle nomine pubbliche.
Abbiamo discusso anche dei tanti fondi per la ripartenza del Recovery Fund; dobbiamo preparare un piano in vista della Relazione programmatica europea che arriverà in Aula come risoluzione a settembre. È fondamentale che, nella Relazione, sia inserita una parte specifica relativa alla questione di genere.
Le mie proposte:
-ASILI NIDO: dobbiamo arrivare ad avere il 60% di bimbi al nido nei prossimi 5 anni. Crescerebbe così l’occupazione femminile di 100 mila unità solo per la cura e l’educazione dei bambini, senza considerare l’effetto che si otterrebbe nella diminuzione del tasso di interruzione del lavoro da parte delle donne e dell’incentivo all’ingresso nel mercato del lavoro. Lo propone anche il documento della Task Force Colao, presentato agli Stati Generali del Presidente del Consiglio @Giuseppe Conte.
-OPERATORI SANITARI: potenziare l’occupazione nei settori dell’assistenza sociale, sanitaria ed educazionale, settori ad alta intensità occupazionale femminile; l’obiettivo è quello di allinearsi a Paesi europei più avanzati.
-CONGEDI PARENTALI: avviare la riforma dei congedi parentali indennizzandoli ad almeno il 60% (rispetto al 30% attuale) ed incentivare i congedi di paternità portando gli obbligatori a 15 giorni prevedendo degli incentivi se i congedi sono usufruiti dai padri.
-BONUS DONNE 2020: estenderlo a tutte le donne disoccupate da almeno 12 mesi. Attualmente il bonus assunzione donne spetta alle donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti. La mia proposta è di diminuire il lasso di tempo e portarlo a 12.
Non dobbiamo aver timore di sognare in grande; tanti finanziamenti Ue sono in arrivo e dobbiamo investirli al meglio: questo momento deve rappresentare una svolta per l’occupazione femminile. In Italia ci sono 4,3 milioni di lavoratrici potenziali: se tutte trovassero un lavoro il tasso di occupazione femminile a livello nazionale arriverebbe al 70,3%, con un aumento del 22%. Da maglia nera (oggi siamo penultimi dietro a Grecia), arriveremmo ai livelli tedeschi. Forza, questo è il momento di unire le forze e di agire!