00-devid1

Il 1 agosto è entrata  in vigore la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul. L’Italia è stata tra i primi paesi europei a fare propria la Convenzione, ratificandola con la legge 27 giugno 2013, n. 77. Se andiamo ad analizzare il riparto dei fondi destinato alla violenza contro le donne stanziati dalla famosa legge contro il femminicidio (L. 119/2013) notiamo che i fondi ammontano circa a 16 milioni e mezzo così ripartiti: 5.4 milioni accantonati per progetti futuri, 8.8 milioni destinati al Fondo nazionale per le politiche sociali, 1.1 per i centri antiviolenza e 1.1 per le case rifugio. L’ 80% va quindi al Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS), fondo di finanziamento specifico degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie. Dato che le risorse nel FNPS finanziano due aree di intervento -da una parte interessano i  trasferimenti economici alle persone e alle famiglie che vengono gestiti tramite l’INPS e dall’altra vanno a finanziare la rete integrata dei servizi sociali territoriali- siamo sicuri che questi fondi del FNPS siano destinati ESCLUSIVAMENTE alla prevenzione della violenza contro le donne? Ieri ho presentato l’interrogazione a risposta scritta annunciata nel mese di agosto in cui chiedo quindi il motivo per il quale è stata destinata al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) parte rilevante, quasi 9 milioni, delle risorse assegnate al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per gli anni 2013 e 2014,  e in che modo il Governo potrà verificare che le Regioni effettivamente utilizzeranno tali risorse del FNPS per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, con particolare riferimento al settore della violenza di genere.  Aspettiamo una risposta concreta.

 

Maria Edera Spadoni

Cittadina alla Camera dei Deputati

Movimento 5 Stelle