NEW YORK, NY - SEPTEMBER 22: United Kingdom Prime Minister David Cameron delivers an address to the United Nations General Assembly at U.N. headquarters on September 22, 2011 in New York City. This is the 64th session of the United Nations General Assembly including heads of state from over 120 countries. (Photo by Mario Tama/Getty Images)

Lo scorso 27 luglio è stato approvata in via definitiva alla Camera dei Deputati la ratifica dell’accordo tra il nostro Governo e Bioversity International. Con questo accordo vengono concessi all’organizzazione e ai suoi funzionari privilegi e immunità pari a quelli stabiliti dalla Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite.

Uno dei membri del consiglio dell’organizzazione internazionale è l’ex parlamentare Claudio Lenoci: nel 1996, in seguito all’inchiesta sullo scandalo Cooperazione, ha patteggiato la pena per i reati contestatigli, ovvero concorso in corruzione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti.

E ancora: con la legge 26 maggio 2000 n. 159 sono state concesse immunità e privilegi ai funzionari dell’Istituto agronomico mediterraneo (IAM) di Bari, lo stesso istituto coinvolto anche nelle indagini sulla Xylella, il batterio che ha colpito gli ulivi del Salento.

Secondo un articolo di Famiglia Cristiana del 12 marzo 2015 il Pm afferma chiaramente: “Non posso indagare sul convegno di Bari perché c’è l’immunità totale”. E’ stata quindi evidente la difficoltà nell’acquisizione di documenti, proprio a causa del particolare status giuridico dell’Istituto al quale viene riconosciuta extraterritorialità e immunità.

Anche nello Statuto della Nazioni Unite si può leggere che i privilegi e le immunità non sono concessi ai rappresentanti dei membri a loro vantaggio personale, bensì “allo scopo di garantire l’esercizio, in piena indipendenza, delle loro funzioni relative all’Organizzazione”. Uno stato, quindi, ha non solo il diritto ma il dovere di revocare l’immunità in casi similari.

Tra l’altro, non esistono particolari norme consuetudinarie che impongono agli Stati di concedere immunità ai funzionari delle organizzazioni internazionali non appartenenti alle Nazioni Unite. Obblighi in tal senso possono derivare solo da convenzioni: l’accordo istitutivo dell’organizzazione, accordi successivi con gli Stati membri, con Stati terzi, e in particolare con lo Stato in cui è stata istituita la sede.

Pur condividendo l’importante lavoro delle organizzazioni internazionali, non si può non constatare che l’immunità abbia prodotto in più casi evidenti grosse problematiche. Per questo il MoVimento Cinque Stelle ha depositato, a prima firma Spadoni, sia una interpellanza alla Presidenza del Consiglio, al Ministro Gentiloni e al Ministro Orlando, che una risoluzione in Commissione Affari esteri e comunitari affinché il nostro Governo:

applichi per analogia nei casi citati e analoghi la Sezione 14 della Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite, secondo cui i privilegi e le immunità non sono concessi ai rappresentanti dei membri a loro vantaggio personale, bensì allo scopo di garantire l’esercizio, in piena indipendenza, delle loro funzioni relative all’Organizzazione;
revochi l’immunità al suo rappresentante in tutti i casi in cui ritenga che essa ostacoli l’azione della giustizia;
monitori le nomine dei consigli delle organizzazioni internazionali affinché vengano selezionati esclusivamente soggetti incensurati.

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