“Buongiorno a tutti,
vi do il benvenuto a nome mio e della Camera dei Deputati.
Oggi ho il piacere di aprire i lavori di questo convegno, che spero sarà un momento di dibattito pubblico, un momento di approfondimento, di confronto e, soprattutto, di ascolto.
Un ringraziamento particolare va al Presidente dell’Auditel, Andrea Imperiali e a tutti i prestigiosi relatori qui presenti, che animeranno questa giornata.
Siamo qui per ascoltare la seconda relazione annuale dell’Auditel, società che è nata nel 1984 per raccogliere e pubblicare dati sull’ascolto televisivo italiano, il rilevamento è poi iniziato nel 1986.
Questo strumento si è inserito nel panorama televisivo in un momento in cui l’offerta precisamente televisiva si ampliava e passava dalla sola tv generalista a quella così detta commerciale e questo strumento ha cambiato nel tempo il modo di valutare il successo o dell’insuccesso delle trasmissioni televisive italiane.
Dati auditel, ascolti tv, share: in qualsiasi modo li si voglia chiamare, la rivelazione del numero di telespettatori e la percentuale di pubblico che ha seguito un programma sono diventati due valori fondamentali per la sopravvivenza dei prodotti televisivi e fonti d’interesse per gli addetti ai lavori,
i critici e gli appassionati di tv e quindi per la fruizione della cultura nel nostro Paese.
Proprio per questo negli anni il dibattito sull’utilità di questo metodo è stato sempre particolarmente vivo.
Ci sono molti esperti qui che potranno spiegare come l’Auditel in questi anni si sia evoluta, come si sia evoluta la sua funzione, che all’inizio poteva presentarsi come meramente ‘commerciale’, e che oggi si è rinnovata democraticamente nel metodo e nel merito. Nell’autunno del 2017 l’Auditel, infatti, ha messo a regime il “SuperPanel”, metodo che ha incrementato le dimensioni del “campione” ed affinato le metodiche, consentendo dati più stabili, una minore varianza, rendendo i dati più affidabili anche sui numeri più piccoli e per i canali minori. Questo “SuperPanel”, ci dicono, conta sulla collaborazione di ben 16.100 famiglie, mentre prima erano solamente 5.700.
Questa capillarizzazione della rilevazione ha permesso anche di avviare collaborazioni con i nostri istituti di statistica, come quella che si è avuta l’anno scorso con il Censis, che ha dato come frutto un Rapporto su ‘convivenze e stili di vita degli italiani’.
Con l’evolversi del mondo tecnologico poi l’Auditel, profila altresì i risultati della raccolta sui device digitali sottoponendosi alla governance dei controlli incrociati di Agcom e Agcm, e delle autorità europee.
Mi fermo qui, rinnovando il benvenuto a tutti da parte della Camera dei Deputati, luogo dove siamo sempre lieti di ascoltare i miglioramenti che sono stati fatti nelle funzioni di interesse pubblico e di proporne di nuovi”.