Gentile Direttore,
Il dibattito sui disincentivi alla plastica non riciclabile, norma già presente in diversi paesi europei (vedi scheda allegata) e che anticipa l’avvio dell’abbandono all’usa e getta su molti prodotti fissato dall’Unione Europea nel 2021 non deve spaventare le imprese del settore. Come ha ricordato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, quando vennero vietati i sacchetti di plastica per sostituirli con quelli biodegradabili o multiuso si annunciarono disastri ma nulla di tutto ciò è accaduto.
COME FUNZIONA – Si introduce una nuova imposta di scopo sugli imballaggi di plastica (cosiddetta plastic tax) con decorrenza dal 1° giugno 2020, con una aliquota di un euro per chilogrammo (è escluso il compostaggio quindi tutti i prodotti in plastiche biodegradabili). Solo per fare un esempio in Belgio è di oltre 3 euro al chilogrammo, in Finlandia 0.51 centesimi a involucro esclusi quelli di cartone, 1 euro al chilo in Danimarca che sale di 1.70 se di plastica non riciclabile.
CREDITO IMPOSTA – Tra l’altro, proprio per favorire la transizione verso modelli più ecosostenibili, introduciamo per le imprese attive nel settore della plastica un credito d’imposta del 10% sulle spese sostenute per l’adeguamento tecnologico che punta a produzione di materiali biodegradabili. Il Ministro Costa si è già detto disponibile ad aumentare il credito d’imposta. La “plastic tax” è quindi una imposta di scopo per aiutare la riconversione industriale verso una vera economia circolare.
MIGLIORAMENTI PER INCENTIVI PLASTICA RICICLABILE– In sede di riconversione con emendamenti miglioreremo ancora di più la norma puntando su sistemi incentivanti per le plastiche riciclabili. Ma la via è tracciata.
NESSUNA SPESA IN PIU’ PER CITTADINI – Le simulazioni fatte da chi non ha interessi nel settore, parlano di un ipotetico ‘aumento’ di meno di un centesimo per prodotti con imballaggi e poco più di 1 centesimo per le bottiglie-flaconi in plastica. Ipotetico perché vanno evitate speculazioni. Le imprese ammodernandosi con il credito d’imposta dovrebbero poi ridurre gli imballaggi o puntare su materiali multiuso, biodegradabili e vuoto a rendere etc. Se ne parla da oltre dieci anni. Ne parlava venti anni fa Beppe Grillo nei suoi spettacoli. Dobbiamo iniziare. Altrimenti è inutile applaudire alle migliaia di giovani di “Fridays for Future”. Il futuro è loro non nostro.
DL CLIMA: INCENTIVI PER PRODOTTI SFUSI NEI PICCOLI NEGOZI – Nel Decreto Clima inoltre sono previsti incentivi per i piccoli negozianti fino a 5.000 euro per allestire nei loro negozi angoli di rivendita per prodotti alla spina e sfusi. Un ulteriore spinta per ridurre rifiuti.
INVESTIMENTI E RISPARMI PER FUTURE GENERAZIONI – Puntare l’indice, come fanno in maniera strumentale Fdi, Lega, Forza Italia, sull’ “inasprimento fiscale” significa non guardare i danni che tutti denunciano e non guardare il futuro. Significa non capire, o far finta di non capire, che a un piccolo aumento del prelievo negli anni a venire possono corrispondere ingentissimi risparmi di spesa: si pensi solo alle spese che si sostengono per la salute o per il recupero di territori inquinati, risorse che potrebbero appunto essere risparmiate. Senza contare che entrambe le imposte sono già presenti in diverse esperienze estere.
DIALOGO CON IMPRESE MA LA VIA È LA RICONVERSIONE – Come ha annunciato ieri, il presidente del Consiglio Conte avvierà un dialogo con le industrie della plastica che vanno accompagnate ad una riconversione oramai ineludibile – Il sistema di disincentivi-incentivi premia un passaggio che non si può più rimandare. Dobbiamo mettere la tutela della salute umana e dell’ambiente al primo punto. Non c’è più tempo da perdere, non possiamo lamentarci dello stato dei nostri mari, delle malattie provocate dall’inquinamento da plastica e poi non avviare una riconversione.
LEGGE REGIONALE M5S: TAGLIO IRAP PER PRODOTTI SFUSI E INCENTIVI PER ATTIVITA’ CHE METTONO AL BANDO ‘USA E GETTA’
In Regione Emilia Romagna il Movimento 5 Stelle ha presentato un disegno di legge per limitare il consumo di plastica, incentivare l’utilizzo di materiali riciclabili e avviare la Regione verso politiche “plastic free”. Proponiamo il taglio dell’IRAP per i negozi che vendono prodotti sfusi o alla spina ed incentivi per quelle realtà che metteranno al bando prodotti di plastica monouso durante sagre, feste e fiere per passare invece a materiali riciclabili. Misure, ha spiegato la nostra consigliera Silvia Piccini, che devono però necessariamente essere ampliate da forme di aiuto per la riconversione e per l’utilizzo di materiali di ultima generazione in grado di rendere meno traumatico per le aziende il passaggio al plastic free”. Aiuti in parte già previsti a livello nazionale all’interno della manovra di bilancio ma che chiediamo anche alla Giunta regionale di prevedere attraverso l’approvazione della legge di cui sopra.
Maria Edera Spadoni,
Vice Presidente Camera dei Deputati
Movimento 5 Stelle
GERMANIA:
Sono previsti investimenti di 100 miliardi di euro per la riconversione ecologica. La limitazione dell’uso delle plastiche negli imballaggi fa parte della nuova normativa VerpackG, che obbliga i produttori a maggiore trasparenza, controlli e responsabilità. È previsto un sistema di vuoto a rendere a cauzione (da 8 a 25 centesimi a bottiglia-involucro) sulle bottiglie in plastica. La cifra viene restituita al consumatore solo quando riconsegna il flacone utilizzato
BELGIO: la tassa sugli imballaggi in Belgio è di 3,6 euro a chilogrammo per la produzione di posate, bicchieri e posate in plastica usa e getta e di 3 euro chilo per produrre sacchetti.
DANIMARCA: i prodotti di packaging hanno un’imposta che va da oltre 1 euro al chilo per quelli che contengono plastica riciclata, a oltre 1,70 euro per i prodotti con plastica non riciclata. Nel Paese scandinavo sono tassate anche altre due materie plastiche, il polistirene espanso sinterizzato (Eps) e il cloruro di polivinile (Pvc), entrambi circa 2,70 euro al chilo.
FINLANDIA:
Sono tassati i contenitori plastici delle bevande (esclusi quindi i cartoni) con un prelievo di 0.51 euro a litro. La disposizione riguarda i depositari e chiunque importi bevande confezionate al di fuori dell’Unione Europea, o le riceva nel corso della sua attività commerciale da un altro Stato membro. La norma sta incentivando il vuoto a rendere e altri materiali (vetro-cartoni etc). L’imposta ha consentito un gettito pari a 16 milioni di euro nel 2017.
OLANDA:
Imposta sull’acqua in bottiglia. L’imposta, a carico delle società che commerciano o esportano acqua, è calcolata sulla base delle quantità prodotte e destinate al consumatore finale ed è versata al momento dell’emissione della fattura o della nota di consegna. Nel 2017 il gettito fiscale è stato pari a 280 milioni di euro. È previsto anche un sistema di vuoto a rendere con cauzione sulle bottiglie in plastica.
GRAN BRETAGNA:
Dal 2022 saranno tassati gli imballaggi di plastica monouso che non includono almeno il 30% di materiale proveniente da riciclo.
NORVEGIA:
Applicata una tassa sugli imballaggi “a perdere”. In questo modo si è incentivato il vuoto a rendere e il 96% delle bottiglie di plastica viene riconsegnato. Per disincentivare l’uso di plastica e coprire i costi del riciclo, produttori e importatori pagano una tassa ambientale sui contenitori di tutti i tipi di bevande, escluso il latte.
IRLANDA
Tassato il consumo di buste realizzate con materiali plastici a carico dei soggetti titolari di un’attività d’impresa. Supermercati, punti vendita, negozi, stazioni di servizio, ecc. sono tenuti a pagare un importo su ogni busta utilizzata. L’imposta è gestita dal Governo Centrale e deve essere versata mensilmente. L’ammontare del gettito relativo al 2017 è stato di 7,28 milioni di euro.
PORTOGALLO
Dal 2015 è stato imposto ai produttori ed agli importatori di buste di plastica a bassa densità un contributo di 8 centesimi a busta. Il contributo gestito dal Governo Centrale e deve essere versato mensilmente. Il gettito relativo al 2017 è stato di circa 0,06 milioni di euro.
UNGHERIA
Tassati prodotti che producono l’emissione di sostanze inquinanti e le esternalità negative prodotte dalle attività d’impresa. La norma a carico dei soggetti economici colpisce tutti quei prodotti come batterie, prodotti per l’imballaggio, prodotti petroliferi, apparecchi elettrici ed elettronici, pneumatici, ecc. la cui fabbricazione comporta conseguenze negative per l’ambiente circostante. Nel 2017 in gettito complessivo generato ha portato nelle casse dello Stato 251,5 milioni di euro pari allo 0.2% del PIL.