REGGIO EMILIA 5 DICEMBRE – Su Reggio Emilia continua a sventolare più forte che mai la bandiera della Costituzione ed anche il Pd di Renzi e Delrio, sonoramente sconfitto in Italia e vincitore solo di poche migliaia di voti nel reggiano, dovrebbe esserne contento. Questa Costituzione che abbiamo salvato, tutela tutti. Anche gli sconfitti. Come ha sempre fatto in questi decenni. Ed è questa la cosa più bella e importante che ci hanno donato i nostri nonni e padri. Ed a salvarla ci sono stati i giovani (81% dei giovani ha votato ‘no’ secondo le ricerche).Come furono i giovani 70 anni fa a ribellarsi al potere autoritario per far nascere la democrazia.
Domenica 4 dicembre hanno vinto tutti i reggiani che si sono recati alle urne. Perché con la vittoria del fronte del No si è salvaguardata una Costituzione che è di tutti e quindi tutela i diritti sociali, politici anche di chi ha fatto una scelta diversa dal NO, cioè i sostenitori di Renzi e Delrio. Una vittoria di comunità quindi, come fu quella dei nostri padri Costituenti che ci hanno dato una carta scritta a più voci. Anche a Reggio Emilia il messaggio è stato fortissimo. Il ‘sì’ ha prevalso di poche migliaia di voti nonostante tutto l’establishment politico-economico fosse schierato in maniera schiacciante a suo favore.
In tante frazioni da Sesso a Pieve Modolena ha vinto il ‘no’. Anche in diversi Comuni storicamente schierati con il partito di maggioranza ha vinto il ‘No’ : da Cadelbosco, Castellarano , Montecchio, Gualtieri , Casalgrande per arrivare a Cavriago, dove un voto è stato decisivo. E ogni ‘no’ dei cavriaghesi ha siglato la sua piccola vittoria. Segno che tantissimi cittadini si sono rifiutati di accettare l’idea di uno stravolgimento della nostra Carta Costituzionale deciso da un solo partito e da un solo uomo, insieme a qualche transfuga (pure plurinquisito come Verdini).
Tantissimi cittadini non hanno accettato l’arroganza di un presidente del Consiglio chiamato Matteo Renzi.
Tantissimi reggiani non hanno accettato ed hanno sonoramente bocciato i voltafaccia del ministro Graziano Delrio che nelle piazze del 25 aprile giurava “La Costituzione ci piace così com’è” e poi voleva stravolgerla. Il risultato è stato chiaro. Ne prendano atto. I cittadini non apprezzano i voltagabbana.
I tagli ai costi della politica? Si potranno fare senza problemi senza toccare gli equilibri democratici della Costituzione. Il M5S ad oggi ha rinunciato e restituito oltre 81 milioni di euro (la ‘riforma’ Renzi-Boschi-Verdini prevedeva risparmi di 57 milioni di euro, un caffè all’anno ad italiano). In parlamento c’è un nostro disegno di legge che se approvato garantirebbe 87 milioni di euro di risparmi senza toccare la Costituzione. Velocizzare le leggi? Se questo è il problema (i dati ci dicono che l’Italia produce più leggi di molti stati europei, da Francia a Germania…) basta metter mano ai regolamenti parlamentari non alla Costituzione. E l’autonomia dei territori, dalle Regioni ai Comuni va rispettata. In primis per rispettare l’ambiente. Tradotto: nessun via libera da Roma per trivelle o impianti inquinanti nel reggiano contro il volere dei Comuni, delle Regioni e dei cittadini. Per le leggi popolari continueranno a bastare 50.000 firme e per discuterle subito basta cambiare il regolamento parlamentare come chiediamo da 3 anni. E infine i cittadini continueranno ad eleggere i senatori.
A noi tutti che facciamo politica, temporaneamente nelle istituzioni per massimo due mandati, questo referendum deve essere d’insegnamento. Quando si ricoprono incarichi pubblici bisogna sempre essere umili e mai arroganti nei confronti dei cittadini.
Maria Edera Spadoni, M5S cittadina alla Camera dei Deputati
Dedicata a mia nonna Edera che a Pecorile nascose e salvò nel solaio della sua osteria Giannina, una cittadina di religione ebraica
Gian Luca Sassi, capogruppo M5S Consiglio Regionale Emilia-Romagna
Dedicato a mio padre partigiano GIM, 76a Brigata SAP – 5a zona Arceto-Scandiano
Ivan Cantamessi, capogruppo M5S Comune Reggio Emilia
Dedicato a mio nonno partigiano Giovanni Montanari,76a Brigata SAP e suo fratello Marino Montanari, partigiano della 76a Brigata Sap.