REGGIO EMILIA 27 SETTEMBRE – “Negli anni ’70 imperversavano diverse famiglie mafiose a Cutro, tra cui Feroce Sergio, nonno di Eugenio Sergio, parente della Sindachessa consorte del sindaco di Reggio Emilia, la famiglia Paolini e Toto Paolini, di soprannome, cognome Spagnolo, la famiglia Marerosa, Migale di cognome, faccio questa premessa perché si legano nel corso … a distanza di 50 anni ai fatti odierni del 2015 di Reggio Emilia”. Così il pentito di ‘ndrangheta Antonio Valerio ieri in aula durante il processo Aemilia.
Al netto delle dichiarazioni di questo pentito, avere parenti vicini o lontani legati alla ‘ndrangheta non è un reato, ma perché Maria Sergio, per un decennio dirigente all’urbanistica del Comune di Reggio Emilia al fianco di Graziano Delrio ed ora con lo stesso incarico a Modena con Muzzarelli e chiamata dal pentito Valerio “la sindachessa”, appare sempre più come, parafrasando il celebre film di Totò come la smemorata di Cutro?
Riassumiamo:
1) Non ha mai chiarito la vicenda della casa di Masone, acquistata al grezzo dall’imputato Macrì. Chiediamo chemostri ai giornalisti i documenti richiesti (fatture e pagamenti) sui lavori di completamento dell’abitazione. Quando arrestarono Macrì nel 2015, lei e il marito Luca Vecchi per oltre un anno non si accorsero che era tra le persone coinvolte nell’inchiesta Aemilia.
2) Interrogata come persona informata sui fatti dalla DDA, Maria Sergio non ricordava di fatto tantissime aziende calabresi operanti a Reggio, nemmeno quelle dei suoi parenti.
3) Durante l’interrogatorio della DDA come persona informata sui fatti e in Aula come teste, dichiarava di non sapere praticamente nulla di ‘ndrangheta , della comunità calabrese ed i suoi protagonisti a Cutro e Reggio.
Perché Maria Sergio appare sempre più come la smemorata di Cutro? Stiamo parlando di una cittadina, Cutro ed una comunità di 10.000 abitanti, non di una metropoli di milioni di abitanti.
Lasciare in mano a quella che appare come una smemorata su fatti di questa portata, il ruolo di dirigente all’urbanistica a Modena, con relativa definizione del piano regolatore della città ( con 500 nuove inutili abitazioni, i dati di gennaio 2017 parlano di 17.000 case sfitte a Modena, pari al 18% circa del totale delle abitazioni presenti in città), significa non avere a cuore la propria comunità.
Non vorremmo ritrovarci fra una decina d’anni a piangere a Modena sul latte versato, o meglio sul cemento versato, come successo per Reggio Emilia.
E’ da oltre un anno e mezzo che chiediamo di fare chiarezza. Per opportunità politica chiediamo che la moglie del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi lasci l’incarico di dirigente all’urbanistica del Comune di Modena e sia spostata ad altro incarico.
Maria Edera Spadoni, cittadina alla Camera – MoVimento 5 Stelle
Giulia Sarti, cittadina alla Camera – Capogruppo MoVimento 5 Stelle in Commissione antimafia
Michele Dell’Orco, cittadino alla Camera – MoVimento 5 Stelle
Vittorio Ferraresi, cittadino alla Camera – MoVimento 5 Stelle
IN ALLEGATO: La locandina satirica del film “La smemorata di Cutro”