IMPRESE E LAVORO: M5S, STORCHI (UNINDUSTRIA) CRITICA A SPROPOSITO DI MAIO HA ANNUNCIATO SGRAVI FISCALI E ABBASSAMENTO DEL CUNEO FISCALE INIZIANDO DA AZIENDE ‘MADE IN ITALY’, HIGH TECH, TURISMO E CULTURA

Il neo presidente di Unindustria Reggio Emilia Fabio Storchi ha criticato a sproposito il “DL Dignità” del Ministro Luigi Di Maio.Proprio oggi il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio, ha annunciato nuovi provvedimenti come sgravi fiscali per le imprese e l’abbassamento del cuneo fiscale da applicare in maniera selettiva per ambiti di competenza: “cominceremo con i settori che riteniamo strategici. Ad esempio quelli che si occupano di Made in Italy, delle nuove tecnologie, di cultura e di turismo” ha dichiarato di Maio. Sempre “in legge di bilancio andremo poi a ridurre il costo del lavoro” ha annunciato il ministro Di Maio criticato da Storchi. Tutti provvedimenti già previsti nel ‘Contratto di Governo del Cambiamento’ tra Movimento 5 Stelle e Lega.

Annotiamo che le critiche al “Dl Dignità” stanno arrivando dalle organizzazioni che rappresentano le grandi industrie come Confindustria (che ha sempre appoggiato gli ultimi governi da Renzi, Letta a Monti con i risultati che vediamo). Le piccole e medie imprese sanno che siamo al lavoro per ridurre la burocrazia e rendere meno pesanti per loro le buste paga. Chi non sfrutta i lavoratori giovani e meno giovani non ha nulla da temere dal Dl Dignità. D’altro canto è fondamentale ridurre la precarietà .Non possiamo accettare il ricatto di chi dice: o ci lasciate sfruttare i ragazzi ed i lavoratori in genere o non li assumiamo. Piccole e medie imprese e lavoratori sono alleati in questa battaglia per uno sviluppo innovativo,  ambientalmente sostenibile che mette al centro la persona iniziato con il “Dl Dignità” e come tanti economisti come Leonardo Becchetti hanno elogiato.

Il Dl Dignità è un decreto legge che 1) combatte  contro le delocalizzazioni delle imprese dall’Italia (tutelando quindi il mantenimento della produttività e lavoro nel nostro Paese) e punendo i “prenditori” cioè imprenditori che hanno ricevuto denaro pubblico e poi hanno lasciato l’Italia. 2)combatte il precariato perché inizia a smantellare le norme più assurde del Job Acts che ha creato solo più precariato spacciato come ‘più lavoro’. I lavoratori vanno tutelati. Piccoli imprenditori e lavoratori sono alleati. 3) inizia a smantellare quelle norme burocratiche che soffocano artigiani, commercianti, imprenditori, liberi professionisti abolendo lo split payment per le partita Iva,  disinnescando lo spesometro e disattivando il redditometro 4) Inizia a combattere seriamente la piaga dilagante dell’azzardo, vietando pubblicità e sponsorizzazioni.  Speriamo che Storchi abbia letto i dati allarmanti sulla diffusione di ‘azzardopoli’ anche a Reggio Emilia dove c’è una spesa media pro-capite di oltre 2.000 euro (inclusi quelli che non azzardano mai) pari a oltre 870 milioni di euro nel 2017.

E’ il primo passo per combattere qualcosa di totalmente nocivo e improduttivo che va ricondotto a limiti fisiologici. Ciò che fa male, come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da due decreti legge non può essere promosso o sponsorizzato. Il futuro punta sulla cultura del merito non sul tentar la sorte. Un ragionamento che dovrebbe essere caro a imprenditori, a chi parla di innovazione e produttività. Una piaga quella dell’azzardo che come spiegano il professor Maurizio Fiasco e l’economista Leonardo Becchetti è un moltiplicatore economico negativo che in questi anni ha sottratto decine di miliardi di euro dall’economia reale generando oltre ai danni sanitari anche ingenti problemi di sicurezza, mancati incassi alla economia reale (es 3.5-4 miliardi di mancata Iva sui consumi), favorito le mafie che fanno affari anche con l’azzardo legale (chiedere alla Direzione nazionale antimafia). Più si azzarda e meno commercio c’è. Colpendo anche l’indotto.

Ma ‘Confidustria Gioco’ a livello nazionale, si è messa a difendere le lobby dell’azzardo e non i commercianti e le imprese dell’indotto legato a commercio e servizi che subiscono ingenti danni dall’esplosione delle liberalizzazioni folli degli ultimi anni in questo settore.

Concludiamo con un sorriso e un amarcord. Ricordiamo il ‘falso allarme’ lanciato da Confindustria in occasione del referendum del 4 dicembre 2016: ‘se vincerà il No crollerà l’economia e piomberemo in recessione’. Non è accaduto nulla di tutto ciò. E’ crollato solo Renzi

 

Maria Edera Spadoni – Vicepresidente Camera dei Deputati

 

Davide Zanichelli – Portavoce Camera dei Deputati

 

Maria Laura Mantovani – Portavoce Senato della Repubblica

 

 

 

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