La Camera,

premesso che :

è incardinato innanzi al Tribunale di  Reggio Emilia il processo di ‘Ndrangheta con 236 imputati, a 54 dei quali la Dda ha contestato l’associazione a delinquere di stampo mafioso;

tuttavia, come di recente riportato dalle fonti di stampa, il presidente del tribunale di Reggio Emilia, Francesco Maria Caruso, ha pubblicamente manifestato l’insussistenza di adeguate strutture che garantiscono l’efficiente e, soprattutto, sicuro svolgimento del processo, avanzando una richiesta di intervento al Ministro della Giustizia per la predisposizione di tutte le misure necessarie ad evitare il trasferimento di sede;

Caruso ha spiegato di aver individuato una possibile soluzione per fare in modo che il processo si svolga a Reggio Emilia, ovvero l’allestimento di una tensostruttura nel cortile del locale tribunale. «Ma sono necessari circa 100mila euro e nessuno si è detto disponibile a impiegare nemmeno un euro. Non c’è un euro per l’operazione Aemilia», ha continuato Caruso, sostenendo che sull’antimafia e sullo svolgimento del processo Aemilia a Reggio Emilia «in teoria siamo tutti d’accordo, ma al momento di passare al fatto concreto bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità»;

il rischio infatti è quello di un possibile trasferimento del processo in altra sede;

intanto, per consentire lo svolgimento dell’udienza preliminare, con la legge regionale 21 ottobre 2015 n. 18 è stato disposto un contributo straordinario di 748.000 mila euro alla società Bologna Fiera spa, per la realizzazione delle necessarie opere di allestimento dell’aula speciale, presso il padiglione n. 19 nell’ambito del quartiere fieristico bolognese;

            Impegna il Governo a:

Introdurre misure, anche a carattere finanziario, al fine di garantire che i processi penali si svolgano presso le sedi di naturale competenza territoriale, scongiurando il rischio di trasferimenti di sede per una mera carenza di risorse e di strutture adeguate.

 

Spadoni