Buongiorno a tutti e a tutte e benvenuti.
Quest’anno ho l’onore e il piacere di prendere parte, in rappresentanza della Camera e a nome del Presidente Fico, alla presentazione del rapporto annuale dell’INPS.
Considero quindi questa giornata un momento importante di riflessione sui temi della previdenza, del lavoro e dell’assistenza nel nostro Paese.
Desidero innanzitutto porgere il mio saluto al Presidente dell’Istituto Tito Boeri e al Ministro del Lavoro Luigi di Maio che partecipa alla presentazione, al quale permettetemi di rivolgere un augurio di buon lavoro per il suo nuovo incarico.
Nel corso degli anni l’INPS ha affrontato in prima linea le difficoltà della terribile crisi economica e sociale del nostro Paese, rappresentando un punto di riferimento, a volte l’unico, per i milioni di persone in stato di bisogno. L’incremento della povertà che si è registrato dal 2012 in poi richiede un ripensamento della rete di protezione sociale e uno sguardo attento alle politiche del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i giovani e le donne.
Si tratta di una questione centrale nella vita sociale del nostro Paese rispetto alla quale la politica per prima deve fornire risposte credibili e sostenibili anche immaginando strumenti di intervento nuovi.
E’ possibile raggiungere quella famosa uguaglianza di genere che spesso viene citata? Assolutamente si. Una proposta concreta, dal mio punto di vista, potrebbe essere quella di rivedere i congedi di paternità obbligatori. Come dichiarato anche da lei, presidente Boeri, In paesi dove gli uomini rimangono a casa con figli i dati dell’occupazione femminile sono migliori e portare il congedo obbligatorio di paternità fino a 15 giorni ridurrebbe le asimmetrie di genere perché la penalizzazione delle donne non è e non deve essere un fatto inevitabile. Colmare il gap salary ta uomo e donna, contrastare il divario occupazionale che separa uomini e donne di ben 18 punti (48% rispetto al 66% secondo i dati Istat del 2017) sono tutti temi che dovranno essere affrontati con serietà e onestà di intenti.
Anche con la legge Fornero, purtroppo, si è chiesto un sacrificio alle donne, che già svolgono spesso un doppio ruolo di cura e di lavoro. Per questo accolgo con grande gioia l’impegno che il Governo si è assunto di prorogare la misura sperimentale “opzione donna” permettendo alle lavoratrici di andare in pensione con 57/58 anni e 35 di contributi accettando il calcolo contributivo.
Concludo augurandomi, una completa collaborazione tra il Parlamento e l’INPS, serve fare rete per una previdenza e un’assistenza, che sia all’altezza dei cambiamenti epocali che siamo chiamati ad affrontare, che sostenga il cambiamento che abbiamo di fronte per garantire un futuro luminoso al nostro Paese.
Buon lavoro a tutti e vi ringrazio per la vostra attenzione.