Due giorni fa, 26 aprile 2016, Amnesty International ha denunciato l’arresto di almeno 238 persone, tra cui attivisti e giornalisti locali e stranieri, in varie città dell’Egitto durante la giornata del 25 aprile, giorno in cui si celebra il ritiro nel 1982 di Israele dalla penisola del Sinai. Altre 90 persone sono state arrestate tra il 21 e il 24 aprile con diverse accuse, tra le quali: reati contro la sicurezza nazionale e violazioni della legge antiterrorismo e della legge sulle proteste. Tra le persone detenute risulta Ahmed Abdallah Al Sheikh, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, l’organizzazione non governativa per i diritti umani che sta offrendo attività di consulenza ai legali della famiglia di Giulio Regeni, il ricercatore italiano assassinato a Il Cairo, dopo essere stato torturato.
Con l’interrogazione presentata questa mattina, che porta la mia prima firma e sottoscritta da tutta la Commissione affari esteri M5S, chiediamo al Ministro Gentiloni quali misure intenda intraprendere nei confronti del governo egiziano affinché venga fatta luce sull’arresto del consulente della famiglia Regeni e affinché si ottenga una sua celere scarcerazione.
Chiediamo, ancora una volta, di rispettare la decisione del Consiglio dell’Unione europea dell’agosto 2013 che stabilisce la sospensione dell’invio alle forze militari, agli apparati di sicurezza e alle forze dell’ordine dell’Egitto di ogni tipo di arma e di materiale che possa venire impiegato per la repressione interna.
La morte di Regeni non è un fatto isolato.
Qui il testo dell’interrogazione: http://goo.gl/3bk3P1