L’ex dirigente del catasto di Reggio Emilia, Potito Scalzulli, è stato ascoltato in commissione antimafia ieri. Le sue dichiarazioni e la sua deposizione rendono un quadro inquietante. Il M5S era da un’ anno e mezzo che richiedeva tale audizione e, sulla base delle dichiarazioni di Scalzulli in diverse interviste, il 7 giugno 2016 ho depositato in Parlamento un’interrogazione che è ancora senza risposta.
Ecco sa è emerso ieri:
a) Scalzulli ha dichiarato di aver informato Maino Marchi, deputato PD allora in commissione antimafia, di tutti gli esposti e querele sul “sistema catasto”. Dice di averlo incontrato nel 2012 e, parlandogli di Salvatore Scarpino -ex dirigente del Catasto reggiano (ora alla Direzione Regionale di Bologna) e per il terzo mandato consecutivo (con deroga ad hoc e ad personam dei Dem nazionali) eletto consigliere comunale Pd e ora passato nelle file di Mdp- Marchi gli avrebbe detto che non “poteva assicurargli nessun sostegno perché sarebbero venuti meno i voti dei calabresi che facevano capo a Scarpino”. Aggiunse inoltre che “si sarebbe creato un serio problema per il PD in quanto quel consenso, interamente incanalato a favore del PD, era ritenuto determinante per assicurare e garantire il risultato finale delle votazioni elettorali”.
b) Per Scalzulli c’è stato un dimezzamento delle rendite catastali su centinaia di capannoni per abbattere drasticamente le imposte. Cita l’inchiesta che nel 2002 aveva portato all’iscrizione sul registro degli indagati sei funzionari del Catasto (tra qui Salvatore Scarpino). Inchiesta lasciata inspiegabilmente in un cassetto fino al 2014, anno della sua prescrizione.
— FACCIAMO UN PASSO INDIETRO UTILE A CAPIRE —
Scarpino sentito al processo Aemilia a luglio 2017, come un “marziano” calato a Reggio Emilia, dichiarò che non aveva sentito sentore di fenomeni criminali successivi alla relazione del procuratore generale sull’anno giudiziario 2011 nella quale si parlava di ‘ndrangheta. Lo stesso Scarpino che proprio nel 2011 andò, assieme ad Antonio Olivo del PD, Rocco Gualtieri di Forza Italia e l’ex sindaco Delrio adesso ministro, dal prefetto De Miro per elencare i timori per la condizione della comunita’ di Cutro residente da anni a Reggio Emilia. Temeva per il buon nome della sua comunità e per la raffica di interdittive antimafia della De Miro. Curioso che proprio lui, che in un processo dichiara che nel 2011 non avvertiva sentore di fenomeni criminali, nello stesso periodo andasse dal Prefetto esprimendo timori per interdittive antimafia.
L’audizione di ieri ha rappresentato un grande passo in avanti: ora toccherà agli organi competenti verificare e portare alla luce la verità. Il M5S continuerà a raccogliere le denunce dei cittadini e a dar loro voce. Non indietreggiamo di un centimetro.