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Dal  rapporto 2015 di Amnesty International “Generazione carcere: la gioventù egiziana dalle proteste alla prigione” è lampante la repressione nei confronti dei giovani attivisti de Il Cairo. Secondo gli organismi locali per i diritti umani, sotto il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi, il giro di vite iniziato nel luglio 2013 con l’arresto di Morsi e dei suoi sostenitori si è allargato via via a tutto il panorama politico egiziano, con oltre 41.000 persone arrestate, accusate di reati penali e processate in modo irregolare. La nuova legge sulle manifestazioni, promulgata il 24 novembre 2013 dal presidente egiziano della Suprema Corte Costituzionale Adly Mansour, rappresenta un grave passo indietro che costituisce una forte minaccia alla libertà di riunione e dà alle forze di sicurezza briglia sciolta per l’uso della forza eccessiva, inclusa quella letale, contro i manifestanti.

Il Consiglio dell’Unione europea, nell’agosto del 2013, condannando con la massima fermezza tutti gli atti di violenza, decise di sospendere le licenze di esportazione verso l’Egitto per qualsiasi attrezzatura che potrebbe essere usata a fini di repressione interna; tuttavia, l’Italia ha continuato ad inviare armi in Egitto, nonostante le pesanti violazioni dei diritti umani operati dalle autorità egiziane.

Ieri, a firma di tutta la Commissione Affari Esteri M5S e della Commissione Difesa M5S, ho depositato una risoluzione per impegnare il Governo: a rispettare la decisione del Consiglio dell’Unione europea dell’agosto 2013 e di sospendere l’invio alle forze militari, agli apparati di sicurezza e alle forze dell’ordine dell’Egitto di ogni tipo di arma e di materiale che possano venire impiegati per la repressione interna; a rispettare sia il dettato della legge 185 del 1990 sia il Trattato sul commercio internazionale delle armi (Arms Trade Treaty, A.T.T.); a sollecitare il Governo egiziano a rispettare il diritto internazionale, in particolare il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali firmato e ratificato dallo stesso.

Il corpo di Giulio oggi ci parla di tutto ciò: giornalisti imbavagliati e torturati, decine di migliaia di attivisti arrestati sotto il regime di Al Sisi, almeno un torturato su quattro che viene ucciso.

 

Qui il testo: http://goo.gl/byQlhR

 

Maria Edera Spadoni