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Come membri del Consiglio D’Europa, apprendiamo con piacere le dichiarazioni di Thorbjorn Jagland che sprona l’Italia a garantire il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso. Un segnale da non sottovalutare. “Un atto di civiltà che l’Italia aspetta da troppo tempo – dichiara la Spadoni, membro della Commissione uguaglianza e non discriminazione del Consiglio D’Europa e prima firmataria della legge per ratificare la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne – e sul quale c’è stata troppo spesso disinformazione, sopratutto per quanto riguarda l’adozione del figlio del partner. Ricordo che la maternità surrogata è un reato in Italia, condannata anche dal parlamento europeo nella relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014. Mercifica il corpo della donna e lede i diritti umani, oltre che accrescere un business mondiale che approfitta della disperazione di troppe donne”. “La legge avrà il nostro appoggio – afferma Nunzia Catalfo, membro della Commissione affari sociali del Consiglio – siamo già in ritardo rispetto agli standard europei. Già dal 1994 la Comunità Europea, infatti, ha emanato una risoluzione per la parità dei diritti dei gay e delle lesbiche. Così come nella Raccomandazione del 16 marzo 2000 sul rispetto dei diritti umani nell’Unione Europea, in cui si chiede di garantire alle famiglie monoparentali, alle coppie non sposate e alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali” conclude la senatrice.

Maria Edera Spadoni, Manlio Di Stefano, Nunzia Catalfo, Vincenzo Santangelo

Delegati Consiglio d’Europa – Movimento 5 Stelle