IL CASO DEL PROCESSO AEMILIA PORTATO A STRASBURGO.

Strasburgo, 24 gennaio-  Ieri sera è stato approvato in Consiglio d’Europa un emendamento a mia prima firma che mira ad incentivare gli stati membri a pubblicizzare i processi penali riguardanti la criminalità organizzata; la sua approvazione è stata un segnale importante soprattutto in vista degli ultimi accadimenti relativi al processo Aemilia.

Nell’ emendamento infatti  “si invitano  gli Stati membri a incentivare la pubblicizzazione di procedimenti penali riguardanti la criminalità organizzata e a scoraggiare chiunque inciti a togliere visibilità ai suddetti procedimenti”.

La sua approvazione è stata un segnale importante soprattutto in vista degli ultimi accadimenti relativi al processo Aemilia dove gli imputati hanno avuto l’arroganza di chiedere che il processo si tenesse a porte chiuse senza la presenza dei giornalisti. Tutto ciò è inaccettabile.

La richiesta degli imputati –non accolta dal Tribunale-  andava assolutamente contro la precisa volontà che ha fatto sì che un processo di tale portata si celebrasse proprio a Reggio Emilia, nella sua sede naturale, al fine di accendere i riflettori sul preoccupante fenomeno di radicamento della ‘ndrangheta in suddetto territorio.

Ebbene con questo emendamento si va esattamente in direzione contraria alla richiesta degli imputati che avrebbero voluto, chiudendo le porte, far cadere nell’ombra il processo. Invece bisogna parlarne e riparlarne, il processo Aemilia è uno dei più importanti processi al nord Italia che infierisce un duro colpo al cuore della ‘ndrangheta.

Forse non è un caso che la Mehari del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, fosse presente davanti al Tribunale nel momento in cui il giudice Caruso leggeva il provvedimento con il quale il Tribunale respingeva la richiesta degli imputati.

 

Maria Edera Spadoni,

Cittadina alla Camera dei Deputati,

M5S