E’ pronta ad essere depositata in Parlamento un’interrogazione al Ministro competente dopo la messa in onda del servizio della trasmissione “Report”. Ben quattrocentoquarantottomila euro di dubbia provenienza sono stati trasferiti attraverso i Money Tranfer dalla provincia di Reggio Emilia agli Emirati Arabi: una vera e propria cifra da capogiro considerando che, come si evince dalla trasmissione, l’Ufficio immigrati della Camera del Lavoro smentisce la presenza di migranti provenienti da quella zona.
Il legame strettamente connesso dei trasferimenti di denaro e dei traffici illeciti non è nuovo; la rete dei Money Tranfer è difficile da controllare. Stefano Screpanti, capo del terzo Reparto operazioni della Guardia di Finanza, in una audizione di qualche mese fa afferma come “occorre confrontarsi con la diffusione di nuove tecnologie informatiche che hanno aiutato lo sviluppo di canali di pagamento alternativi. Sono gestiti dai membri delle principali comunità etniche e operano anche in Paesi dove non esiste una legislazione antiriciclaggio”. La problematica è dunque che queste comunità dall’Italia trasferiscono denaro in Paesi dove non esiste una legislazione antiriciclaggio o dove è assente un regolare circuito bancario e relativi controlli. La Guardia di Finanza ha inoltre riscontrato un nesso tra le transazioni finanziarie da e verso l’estero e l’Italia e i traffici di migranti nel nostro Paese. Sono emersi casi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La Guardia di Finanza nel servizio di Report afferma inoltre come il 43% dei Money Transfer in Italia presenta delle irregolarità. Il Ministro, rispondendo alla mia interrogazione, dovrà chiarire quali siano le strategie che intende intraprendere per risolvere questa problematica che sta assumendo dimensioni davvero preoccupanti sotto ogni punto di vista.