land grabbing

“Come presidente del Comitato agenda post 2015 cooperazione allo sviluppo mi sono interessata al tema, in seguito ad un incontro con ActionAid che ha lanciato tempo fa una petizione su questo. Nei Paesi in via di sviluppo, dal 2001, circa 227 milioni di ettari di terre sono state vendute o affittate a investitori internazionali, per essere destinate alla produzione di cibo per l’esportazione o di biocarburanti. In questi e molti altri casi si può parlare di accaparramento di terre o appunto di land grabbing”. Si tratta di concessioni di terra non basate sul consenso libero, preventivo e informato di chi la utilizza, non basate su una valutazione rigorosa, o che non tengono conto degli impatti sociali, economici e ambientali, inclusa la loro dimensione di genere, non basate su contratti trasparenti che specificano impegni chiari e vincolanti sulle attività, i posti di lavoro e la condivisione dei benefici, non basate su una pianificazione efficace e democratica, su una supervisione indipendente e su una partecipazione significativa di tutti gli attori. “Il Governo italiano ha ultimamente confermato l’impegno del nostro paese nella cosiddetta New alliance to increase food security and nutrition. Ma diverse aziende della Nuova Alleanza sono già state coinvolte nel land grabbing. Per milioni di persone che vivono nei paesi più poveri del mondo, l’accesso alla terra non è una questione di ricchezza, ma di sopravvivenza, di identità culturale e appartenenza sociale: 1,4 miliardi di persone guadagnano meno di 1,25 dollari al giorno e la maggior parte vive nelle aree rurali e dipende per la propria sussistenza in larga misura dall’agricoltura. Per questo chiedo al Governo di riconsiderare la partecipazione alla Nuova Alleanza sostenendo gli investimenti diretti dei piccoli agricoltori e la produzione sostenibile, aumentando le risorse destinate a tali progetti” continua la cittadina portavoce Spadoni. Nel testo, condiviso anche dalle Commissioni Ambiente, Agricoltura e Politiche UE del Movimento Cinque Stelle, si chiedono tanti ambiziosi impegni al nostro Governo. “Bisogna tutelare i diritti alla terra e i diritti umani delle donne, le più vulnerabili nel settore, dei piccoli agricoltori e delle popolazioni indigene” conclude la Spadoni.