In data 12 dicembre 2014 ho depositato in Parlamento un’interrogazione a mia prima firma chiedendo al Ministro competente quali fossero le sorti dei lavoratori della Saipem di Cortemaggiore «Società Anonima Italiana Perforazioni E Montaggi» e di far chiarezza su cosa stava succedendo in questa società facente parte del Gruppo Eni.
Secondo gli operai della Saipem l’obiettivo dei vertici era chiaro: far lievitare i costi affinché ci fosse stato un motivo per de-localizzare all’estero.
Trovo scandaloso che sia passato quasi un anno e non sia pervenuta ancora nessuna risposta da parte del Governo alla mia interrogazione. Ora siamo di fronte ad un fatto singolare: sugli organi di stampa si apprende come i lavoratori affermino di aver ricevuto una comunicazione di chiusura entro il 29 febbraio e al contempo di aver avuto i nominativi di chi dovrà essere trasferito e di chi invece non si vedrà rinnovato il contratto; dall’altra parte invece Saipem che afferma di non aver mai rilasciato comunicazioni ufficiali a tal proposito.
Il sottosegretario all’ Economia Paola De Micheli che già molti mesi fa ammoniva chiedendo di smetterla con i falsi allarmismi, replica in questi giorni che “l’azienda si impegna a salvaguardare l’occupazione”.
Sembra proprio che ancora una volta il Governo Renzi butti acqua sul fuoco, facendosi paladino delle politiche per l’occupazione. Ma allora perché quelle dichiarazioni degli operai? Perché il Governo non risponde ancora alla mia interrogazione?
Vogliamo chiarezza una volta per tutte e pretendiamo risposte immediate a questi interrogativi, ne va del futuro di tante famiglie.
Maria Edera Spadoni
Cittadina alla Camera dei Deputati
M5S