“Ieri la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, è stata audita in Commissione Affari Sociali alla Camera, in merito alle linee guida da dare al governo per il piano Recovery Fund, in materia di Pari Opportunità.
Sono d’accordo con lei nel ribadire con forza la necessità di riattivare il processo demografico del Paese e soprattutto ristabilire un’equità di genere”. Dichiara la Vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni.
“Lo stato demografico dell’Italia è il fanalino di coda in Europa”.
Ribadisco con determinazione che serve un piano di welfare per lo sviluppo delle infrastrutture sociali.
L’aumento degli asili nido fino al 60% nei prossimi 5 anni, è un obiettivo necessario, sia sul piano educativo (è stato dimostrato che i bambini da 0 a 2 anni che frequentano il nido, sviluppano maggiori skill di quelli che invece rimangono a casa), che sul piano occupazionale.
L’Ispettorato del Lavoro ha certificato che nel 2019 sono state oltre 37 mila le neo-mamme lavoratrici che hanno presentato le dimissioni.
La motivazione più frequente è quella della difficoltà a conciliare gli impegni lavorativi con l’accudimento dei figli più piccoli.
Con l’aumento degli asili nido, crescerebbe l’occupazione femminile di più di 100 mila unità solo per la cura e l’educazione dei bimbi. Senza considerare l’effetto che si otterrebbe nella diminuzione del tasso di interruzione del lavoro da parte delle donne e dell’incentivo all’ingresso nel mercato del lavoro.
Bisogna ristabilire la parità di genere: il Consiglio d’Europa ha richiamato l’Italia per la violazione della parità tra uomo e donna sul lavoro.
Siamo molto lontani dal raggiungimento del quinto dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu che l’Italia deve centrare entro il 2030: quello della parità di genere.
A febbraio l’Italia era al 76° posto su 153 per gender gap occupazionale (dati del World economic Forum).
Parità di genere e inclusione sono alcuni dei pilastri evidenziati come prioritari dal documento Colao presentato al Presidente del Consiglio e agli Stati generali.
Come dice anche la Ministra Bonetti, non possiamo perdere l’occasione del Recovery fund, è fondamentale, ora, definire dei progetti precisi su cui stanziare i soldi per colmare il divario di genere.
Dobbiamo far sì di ottenere stanziamenti non generici per investire seriamente in servizi per la prima infanzia, servizi di cura, congedi parentali e di paternità che aumentino non solo la conciliazione dei tempi di lavoro e cura, ma la condivisione tra genitori”.