ROMA, 13 LUGLIO 2022- Oggi, ho partecipato alla Riunione della Commissione diritti delle donne nei paesi euro-mediterranei dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM). La riunione è stata dedicata al tema “Il ruolo delle donne nei conflitti” e si è articolata in quattro sessioni: la prima introduttiva, seguita da tre sessioni specifiche dedicate al ruolo delle donne nei conflitti sociali, nei conflitti armati e ai tavoli della pace.
Nel mio intervento ho ricordato la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU 1325/2000 che ha riconosciuto per la prima volta il ruolo delle donne nella prevenzione delle guerre; questa risoluzione testimonia come le donne svolgano un ruolo fondamentale nei processi di pacificazione; si tratta di una svolta poiché, per la prima volta, viene adottata e riconosciuta una prospettiva di genere. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni dimostrate con l’adozione di molti atti internazionali, il mondo in cui viviamo conosce ancora sacche di instabilità e conflitti armati di cui le donne subiscono un impatto sproporzionato. I processi di pacificazione non possono concludersi in assenza di istituzioni democratiche solide che aderiscano ai valori di uguaglianza, partecipazione e giustizia sociale. Inoltre, l’esclusione e la discriminazione sociale sono le micce che scatenano violenza e abusi.

A margine della riunione, ho avuto un incontro bilaterale con il Capo della Delegazione turca presso l’AP-UPM, Samil Ayrim, al quale ho ribadito l’importanza che la Turchia rientri nella Convenzione di Istanbul, ossia la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. Il trattato, aperto alla firma degli stati membri del Consiglio d’Europa nel maggio 2011 proprio a Istanbul, è fondamentale per proteggere le donne dalla violenza e promuove l’uguaglianza di genere; ho auspicato, proprio come ha fatto Draghi nel suo incontro con Erdogan, un ripensamento e un rapido segnale inequivocabile in difesa delle libertà e dei diritti delle donne.

Ho inoltre incontrato Irene Fellin, Rappresentante Speciale del Segretario Generale della NATO per le Donne, la Pace e la Sicurezza; con lei abbiamo parlato del WIS (Women in International Security), dei consulenti di genere della Nato e del report sull’ integrazione di genere. Abbiamo discusso anche di quanto siano fondamentali le donne per la risoluzione pacifica dei conflitti.

Infine ho incontrato anche , Rappresentante del Quartetto del Dialogo Nazionale tunisino e Premio Nobel per la Pace 2015, anche lei, come la Fellin, relatrice alla conferenza. Mi ha raccontato che in Tunisia più del 60% delle ragazze studia all’università ma poi non trova lavoro e che il problema principale è l’accesso ai finanziamenti, le banche danno meno prestiti alle donne e chiedono maggiori garanzie; le donne sono relegate spesso ai lavori di cura. Ovviamente è fondamentale cambiare rotta e fare rete, con le donne di altri Paesi, per sconfiggere, insieme, la disuguaglianza di genere.

Qui la mia intervista a 9colonne
Ecco il video del mio intervento: